Oggi pubblichiamo la terza puntata del nostro approfondimento sulla storia degli Effetti speciali al cinema, con cui ripercorriamo alcuni dei momenti più memorabili passati per il grande schermo.
Se quello di trovarsi faccia a faccia con esseri preistorici “in carne e ossa” ne Il mondo perduto poteva essere allora considerato il prodigio dei prodigi (come vi abbiamo raccontato nella puntata di ieri), non meno strabilianti per gli spettatori furono le immagini regalate da Fritz Lang con il suo Metropolis (1927). Il regista austriaco infatti accompagnò il pubblico in una futuristica città del 2026, costellata di grattacieli, strade sopraelevate e brulicante di automobili e velivoli vari, con una nuova tecnica di ripresa che grazie a un gioco di specchi inclinati dava al regista la possibilità di mescolare immagini reali a scenografie disegnate. A ispirare Lang per la realizzazione di questo film fu la vista dello skyline notturno di New York che lo colpì a tal punto da spingerlo a realizzare un film per il quale servirono oltre 600 mila metri di pellicola e un investimento di circa 50 milioni di marchi tedeschi che mandò in bancarotta la casa di produzione, la UFA. Tra le scene più complesse va menzionata quella dello spogliarello della ballerina nel bordello di Yoshiwara, che potete rivedere qui sotto.
Metropolis – trailer
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