Cinema ad effetto: I maghi della Industrial Light & Magic (Puntata 35)

Da Guerre Stellari ad Avatar. Dietro agli effetti più spettacolari degli ultimi 34 anni di cinema c’è (quasi) sempre lei: la premiata ditta di George Lucas

Cinema ad effetto: I maghi della Industrial Light & Magic (Puntata 35)

Da Guerre Stellari ad Avatar. Dietro agli effetti più spettacolari degli ultimi 34 anni di cinema c’è (quasi) sempre lei: la premiata ditta di George Lucas

Oggi pubblichiamo la trentacinquesima puntata del nostro approfondimento sulla storia degli Effetti speciali al cinema, con cui ripercorriamo alcuni dei momenti più memorabili passati sul grande schermo. Questa è una puntata speciale dedicata alla storia della Industrial Light & Magic.

16 Oscar vinti per gli effetti speciali e 23 nomination, 14 Bafta vinti e 19 nomination, 20 Scientific and Technical Awards attribuiti dall’Academy of Motion Picture Arts. Sono solo alcuni, e i più importanti, degli innumerevoli riconoscimenti ricevuti in 34 anni di “onorato servizio” dalla Industrial Light & Magic (www.ilm.com), anche conosciuta come ILM. Era il 1977 quando un giovane George Lucas consegnava alla storia del cinema uno dei suoi capisaldi: Guerre stellari – Una nuova speranza (Leggi la puntata Dalla galassia arriva Guerre Stellari). E per dare vita all’Impero Galattico gettava le basi di un altro impero: quello che avrebbe preso il nome di Lucas Film e che avrebbe avuto tra le sue divisioni anche quella dedicata esclusivamente allo sviluppo degli effetti speciali: la ILM appunto.
Lucas si affidò a un team di esperti, capitanato da John Dykstra (che aveva già lavorato a un’altra pietra miliare come 2001: Odissea nello spazio – Leggi la puntata Tutti in orbita con Kubrik) e composto da personaggi tutti destinati a una lunga e fortunata carriera nel campo: tra gli altri, Richard Edlund, Joe Johnston (anche regista di Jumanji e Jurassic Park III) e Phil Tippett.

Oltre 30 anni di successi

Il primo risultato raggiunto dal neonato team della ILM fu la messa a punto e l’utilizzo su larga scala della motion control camera (permette di ripetere lo stesso identico movimento di camera per facilitare scene che richiedono un complesso compositing), utilizzata per riprendere tutte le sequenze che coinvolgevano i modellini delle navi spaziali di Guerre stellari.

La scommessa di Lucas fu presto vinta, con un successo iniziato allora e che arriva fino ai nostri giorni. Nel curriculum della ILM ci sono pietre miliari come la saga di Indiana Jones, Teminator, Jurassic Park, Ritorno al futuro, Star Trek, Pirati dei Caribi, Harry Potter e Transformers. I traguardi raggiunti nel corso di questi tre decenni dai “maghi della ILM” sono stati tanti e hanno regalato al cinema alcune delle sue sequenze più memorabili. Per citarne qualcuna: la così detta “scena della genesi” di Star Trek II: L’ira di Khan (1982), in cui l’immagine dell’esplosione e trasformazione del pianeta fu la prima a essere creata interamente in computer grafica dalla divisione che sarebbe poi diventata, 4 anni dopo, la Pixar Animation.

Genesis scene – Star Trek II: L’ira di Khan

La concorrenza della Weta

A fare concorrenza alla ILM arrivò nel 1987 la Weta Workshop, fondata da Richard Taylor e altri, e diventata famosa con la trilogia del Signore degli anelli dal 2001, di cui ha  ha prodotto modelli di creature, realizzato il make-up e gli effetti digitali. Dal 1993 esiste  infatti anche la divisione Weta Digital, fondata  con il contributo, tra gli altri, del regista Peter Jackson, di cui vi racconteremo in una delle prossime puntate. Interessante sapere che i due colossi, ILM e Weta,  proprio di recente si sono trovati a collaborare per quello che è stata senz’altro la più grande “impresa cinematografica” degli ultimi anni: il kolossal Avatar.

Photoshop? Un’invenzione della ILM!

Una curiosità è quella legata alla storia del programma di grafica Photoshop, ormai diffusissimo in tutto il mondo. Prima di prendere il largo ed essere acquistato dalla Adobe, il programma fu infatti realizzato come “progetto estivo” nel 1980 dal supervisore degli effetti speciali della ILM John Knoll insieme a suo fratello Thomas. Successivamente fu impiegato per la lavorazione del film The Abyss di James Cameron e poi, come detto, venduto alla Adobe, poco prima dell’uscita del film nel 1989!

Personaggi in “carne e pixel”

Anche il primo personaggio animato completamente in computer grafica fu opera della ILM che nel 1985 collaborò al film diretto da Barry Levinson Piramide di paura (Leggi la puntata Un cavaliere fatto di pixel), “muovendo i fili” del cavaliere che balza giù dalla vetrata di una chiesa e improvvisamente prende vita mettendo in fuga il povero parroco. L’anno successivo George Lucas decise di vendere la divisione di Computer Grafica che sarebbe poi diventata (nel 1986) la Pixar Animation, vera e propria fucina di talenti capitanata da John Lasseter che nel 1995 diresse il primo film d’animazione completamente realizzato in computer grafica, Toy Story (Leggi la puntata “Toy Story verso l’infinito e oltre!“).

Arriva il morphing

Nel 1988 i maghi della ILM riuscirono a compiere un nuovo “incantesimo”, trasformando una capretta in un pavone, un pavone in una tartaruga, una tartaruga in una tigre e infine una tigre in una donna. Era la prima sequenza ottenuta grazie alla tecnica del morphing (consente di passare da un’immagine all’altra dando l’impressione di una reale trasformazione), realizzata per il film fantasy di Ron Howard, Willow (Arriva il morphing con Willow). I traguardi tagliati negli anni successivi dalla ILM, sempre all’avanguardia nel suo settore, sono stati tanti: dal primo personaggio tridimensionale creato per il tentacolone di  The Abyss (1989) di James Cameron (Leggi la puntata Negli abissi con Cameron), al T-1000 di Terminator 2 (Leggi la puntata L’Apocalisse di Terminator) che si è avvalso di un morphing ancora più sofisticato. Nel 1993 fu la volta de La morte ti fa bella di Robert Zemeckis (Leggi la puntata Se Zemeckis “ti fa bella”), per la quale la ILM realizzò la prima texture di pelle umana per ricomporre le carni in disfacimento di Goldie Hawn e Meryl Streep.

La ILM fa centro anche con Jurassic Park e Forrest Gump

A portare sulle mensole della ILM l’Oscar numero 13 furono nel 1994 i dinosauri animati in CGI di Jurassic Park di Steven Spielberg (Leggi la puntata I dinosauri “veri” di Jurassic Park) per il quale per la prima volta la tecnologia digitale fu utilizzata per creare un essere vivente che respirasse, si muovesse e avesse muscoli, pelle e tutto il resto. E anche tra i 6 Oscar conquistati da Forrest Gump (Leggi la puntata Forrest Gump entra nella Storia) l’anno successivo uno fu destinato proprio agli effetti speciali realizzati dai tecnici della ILM, che riuscirono a integrare video d’archivio con le riprese realizzate da Robert Zemeckis e facendo così incontrare faccia a faccia Tom Hanks con i veri J.F. Kennedy e John Lennon. Il lavoro inarrestabile dell’azienda messa in piedi da Lucas insomma ha continuato a fare centro anno dopo anno con Casper, Jumanji e Mission Impossible, per il quale realizzò la scena memorabile tutta generata al computer in cui un treno entra in un tunnel, inseguito da un elicottero. Gli attori furono inseriti poi digitalmente in questo set virtuale.

Effetti sonori e mummie da brivido

Un successo, questa volta ottenuto dalla Skywalker Sound (sempre parte della Lucas Film specializzata in effetti sonori), fu anche quello di Salvate il soldato Ryan (1998) per il quale fu realizzata la più realistica soundtrack nella storia dei film di guerra. E in materia di realismo a fare scuola arrivò nel 1999 anche La mummia con cui la ILM fece resuscitare dai morti un essere umano fatto di pixel mai così verosimile.
Nel 2001 è ancora una volta con un film di Steven Spielberg che la ILM mette a segno un altro punto (e un altro Oscar): per A.I.- Intelligenza artificiale (2002) il regista può usufruire per la prima volta di un processo di visualizzazione interattivo e in real-time direttamente sul set.

Si riparte da Star Wars

Tra il 1999 e il 2005, a oltre 20 anni dal suo primo film, la ILM torna dove tutto ebbe inizio: alla Saga di Guerre stellari, realizzando i tre episodi La minaccia fantasma, L’attacco dei cloni e La vendetta dei Sith.
L’attacco dei cloni
fu il primo film a essere girato completamente in digitale alta definizione (HD video). Già da La minaccia fantasma invece il maestro Yoda, non appare più in versione pupazzo come nei primi episodi, ma in versione digitale.
George Lucas fu pioniere anche in un’altra iniziativa: nel 1997, anno del 20esimo anniversario del primo film della saga, decise di rimasterizzare e ricostruire in digitale i tre capitoli della sua saga: Guerre stellari Episodio IV – Una nuova speranza, Guerre stellari Episodio V – L’impero colpisce ancora e Guerre stellari Episodio VI – Il ritorno dello Jedi. Dopo il successo e i progressi ottenuti per la realizzazione di Jurassic Park, Lucas si era infatti reso conto del potenziale che aveva nelle mani e non resistette alla tentazione di vedere sul grande schermo la sua opera così come l’aveva davvero immginata. I film furono così ridistribuiti nelle sale nella loro nuova versione digitale con il nome di The Star Wars Trilogy: Special Edition.

In questo video viene mostrato come è stata modificata la scena di Guerre Stellari-Una nuova speranza in cui Han Solo incontra Jabba The Hutt (nella foto sopra Harrison Ford con il personaggio digitale di Jabba). L’attore del film originale è stato sostituito nella versione digitale da un personaggio interamente generato al computer.


I successi recenti

Tra i successi più recenti della ILM si contano Hulk di Louis Leterrier, Iron Man di Jon Favreau, Terminator Salvation, le saghe di Pirati dei caraibi, Transformers e di Harry Potter. E non poteva che esserci la ILM anche dietro al film fenomeno dell’anno (forse è meglio dire del nuovo millennio visti i risultati ai botteghini…) Avatar, per il quale il suo regista James Cameron e gli esperti della ILM hanno lavorato più di 10 anni in collaborazione, come spiegato sopra, con la Weta Digital. Una collaborazione premiata, oltre che dal successo di pubblico, con il riconoscimento  dell’Academy che ha assegnato ad Avatar il meritato Oscar per gli effetti speciali.

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