Wonka: come ritrovare il sorriso col più celebre dei cioccolatai. La recensione del film con Timothée Chalamet

Uscito nelle sale italiane il 14 dicembre con Warner Bros., il nuovo film di Paul King (Paddington e Paddington 2) affronta le origini della celebre fabbrica di Willy Wonka, al quale presta il volto la star di Chiamami col tuo nome e Dune

Wonka: come ritrovare il sorriso col più celebre dei cioccolatai. La recensione del film con Timothée Chalamet

Uscito nelle sale italiane il 14 dicembre con Warner Bros., il nuovo film di Paul King (Paddington e Paddington 2) affronta le origini della celebre fabbrica di Willy Wonka, al quale presta il volto la star di Chiamami col tuo nome e Dune

Wonka Chalamet
$review_metas_check TRUE
PANORAMICA
Regia
Sceneggiatura
Interpretazioni
Fotografia
Montaggio
Colonna sonora

Il periodo natalizio cinematografico presenta sempre un’offerta ben specifica, certamente con qualche esempio di contro-programmazione, ma che vede dominare prodotti audiovisivi per tutta la famiglia: dalla commedia con i comici di riferimento del nostro Paese al classico Disney di turno. C’è però una comune ricerca di fornire sollievo durante queste giornate festive, con film più commerciali ma anche con le alternative autoriali, inseguendo la formula del feel good movie.

Se The Holdovers – Lezioni di vita (che inspiegabilmente uscirà a gennaio, dopo le feste) prende tale paradigma inscrivendolo in un’aura di riflessiva malinconia, tra gli esempi più riusciti dell’applicazione canonica di tale “ricetta” vi sono i due film dedicati a Paddington, il popolare orsacchiotto londinese, entrambi diretti da Paul King. 

In particolare con il secondo capitolo, il regista compie un autentico miracolo, ovvero creare un lungometraggio destinato al grande pubblico che sia tecnicamente ed esteticamente stimolante, intriso del più contagioso british humor passato sui grandi schermi in recente memoria e, soprattutto, un amore incondizionato verso il prossimo. Ogni personaggio, anche la macchietta più nello sfondo o persino il villain in questione, diventa irresistibile agli occhi del pubblico. 

Anche in Wonka emerge la medesima bontà d’animo intrinseca, dove è ormai diventato complicato far trasparire autentici messaggi costruttivi in produzioni multimilionarie. Questa origin story del personaggio nato da Roald Dahl vede Willy Wonka, cioccolataio squattrinato, destreggiarsi in un’avventura strampalata per imporsi nel mercato, combattendo con il triumvirato che detiene il monopolio assoluto delle vendite di tali prelibatezze. 

La versione di Timothée Chalamet rinuncia alla spregiudicata cattiveria del Wonka di Gene Wilder e accantona il background da freak che possedeva la riscrittura di Tim Burton incarnata da Johnny Depp. Paul King lo trasforma nel suo archetipo dello straniero gentile, laddove anche Paddington incarnava tale stereotipo con un rimando ancor più diretto alla questione dell’immigrazione e, automaticamente, una frecciata neanche troppo velata al modello Brexit. Seppur incastrandosi talvolta a forza in questo ruolo, il giovane interprete riesce comunque a conferire la giusta spensieratezza e ingenuità al protagonista, oltre a un inaspettato talento canoro e coreografico.

Il processo di adattamento, infatti, colpisce anche la struttura del film, facendolo rientrare appieno nell’etichetta del musical. Le parentesi musicali sono parecchie e tutte decisamente coinvolgenti: tanto uno spettacolo per gli occhi quanto esilaranti per le deliranti situazioni messe in scena. Ancora più essenziale che in passato era la scelta di caratteristi capaci di conferire spessore anche ai personaggi meno in rilievo o con il minutaggio più scarso. La missione non può che definirsi compiuta, riunendo una selezione di nomi più o meno altisonanti dall’indomabile talento, da Olivia Colman in un ruolo scanzonato e inedito fino al redivivo Rowan Atkinson, senza dimenticare l’Oompa Loompa Hugh Grant, che conferma una brillante fase ascensionale di carriera attraverso le caricaturali canaglie dei suoi recenti progetti.

L’impressione è quindi di trovarsi davanti a una replica dei recenti lavori di Paul King, in cui tutti gli stilemi del proprio personale modello di cinema per famiglie sono rispettati pedissequamente, arrivando pure a ricalcarne alcuni espedienti narrativi. Eppure è sempre più complicato trovare un autore che riesca a mantenere la propria voce indistinguibile nel panorama hollywoodiano. Wonka, infatti, ha un’incontenibile fiducia verso l’umanità verso la quale è impossibile rimanere inermi e, quando un messaggio così semplice viene comunicato con tale spontaneità e gioia nel narrare, diventa arduo anche non venirne immediatamente conquistati.

Wonka, Aquaman e le interviste a Woody Allen e Adam Driver: tutte le novità su Best Movie di dicembre

Foto: Village Roadshow Pictures, Heyday Films, The Roald Dahl Story Company

Leggi anche: Wonka, preparatevi alla magia! Le prime reazioni al film lodano Timothée Chalamet: «È perfetto»

© RIPRODUZIONE RISERVATA
shortcode