L’opera del regista Damien Chazelle, “Whiplash”, arriva finalmente nelle sale italiane dopo aver fatto tanto parlare di sé nei territori d’oltreoceano, aggiudicandosi numerose nomination ad alcuni tra i più importanti premi della critica.
Andrew Neiman (Miles Teller) è un giovane studente del più prestigioso conservatorio di Manhattan e il suo scopo è quello di poter diventare uno dei più grandi batteristi del ventunesimo secolo. Per farlo, dovrà entrare nell’orchestra dell’esigente Terence Fletcher (J. K. Simmons), noto per la capacità di scoprire talenti e per i metodi poco ortodossi. Parallelamente all’attività musicale, Andrew porta avanti una relazione con Nicole, l’unica persona in grado di entrare in contatto con la difficile personalità del ragazzo. Ben presto, però, questa parte della sua vita verrà sacrificata in favore dello studio degli spartiti, alla costante ricerca del perfezionamento. I sogni del giovane batterista si infrangeranno presto contro la severità di Fletcher.
Le scene più coinvolgenti risultano essere proprio quelle in cui l’allievo e il maestro si ritrovano faccia a faccia, in una serie di scontri carichi di tensione e rabbia. Se questo duello è alla base della riuscita della pellicola, il merito è del sorprendente Miles Teller, autore di una prova maiuscola, e di J. K. Simmons. Quest’ultimo, nei panni dell’esigente professore, risulta capace di portare la tensione su livelli sempre maggiori, dimostrando definitivamente di essere un attore dal grande impatto emotivo. Giungendo alla conclusione, lo scontro tra i due protagonisti culmina in un finale troppo conciliante, lasciando che a parlare sia solamente un lungo virtuosismo alla batteria. “Whiplash” risulta comunque un eccellente film, capace di descrivere la parte più oscura della musica, il lato in cui non è la passione a prevalere, bensì l’ossessione.