Con “To Rome with Love” Woody Allen soddisfa il suo capriccio italiano. E di capriccio vero e proprio si può parlare, perchè di “allenesco” la sua Roma ha ben poco. Lontane anni luce le atmosfere di “Match Point”, “Sogni e Delitti” e “Vicky Cristina Barcelona”, Allen estrapola tutti gli stereotipi che il Bel Paese vorrebbe invece lasciarsi alle spalle, vale a dire sceneggiature a episodi stile “cinepanettone” e amanti che saltano di letto in letto. Aggiungiamo un pizzico di satira sulla febbre del gossip e una riflessione sull’amore (unione) per la Famiglia e la ricetta italiana è servita. Ma per quanto il tutto possa sembrare semplice, il film corre su un ritmo coinvolgente pur senza strafare. Il cast è da urlo, ma se mentre la Cruz e Baldwin sono spalle di lusso e Jesse Eisenberg è in cerca di conferme dopo l’ottimo “Social Network”, Benigni sembra tenuto a freno, forse emozionato dall’onore concessogli dal Maestro Allen, a sua volta ligio ai suoi principi (mimiche e battute) ma senza incidere in modo notevole. La carrellata dei nostri attori sfila portando con sè le etichette di donnaioli, ladri, ignoranti e ingenui. Ci è andata anche bene dopotutto. In conclusione il prodotto è si leggero, ma per niente trasparente. Un applauso va a Leo Gullotta, il suo lavoro di doppiaggio è ottimo e viste le premesse non è un risultato di poco conto.
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