Ted: la recensione di andrea ceccotti

Ted: la recensione di andrea ceccotti

Amicizia. Nello sviluppo emotivo di un individuo, l’amicizia viene dopo il rapporto con i propri genitori e prima dei legami amorosi che avvengono alla soglia della maturità. Gli amici sono spesso la parte più importante della vita emotiva di un ragazzo, e a volte raggiungono vette di intensità mai più eguagliate in seguito.
Purtroppo c’è chi difficilmente riesce a fare amicizia e desidera ardentemente poter provare tale sentimento. E’ questo il caso del piccolo John Bennett, il quale, come unico amico, aveva un orsacchiotto di peluche regalatogli alla vigilia di natale dai genitori. Teddy era il suo nome.
John amava molto il suo amico di peluche. Lo amava a tal punto che una sera desiderò prendesse vita e rimanesse con lui per sempre.
Il desiderio fu esaudito, e Teddy prese vita, e da quel momento John ebbe il suo miglior amico o, per meglio dire, Romba amico.
Sembra una fiaba, ma questo descritto è l’incipit del primo lungometraggio live action del papà dei Griffin Seth Macfarlane: Ted. Senza troppi giri di parole la pellicola è una delle commedie più dissacranti degli ultimi anni. Mette a nudo la società attraverso gli occhi di un innocente orsacchiotto, che sarebbe rimasto tale se non avesse preso vita.
Difatti l’idea è quella di mostrare al pubblico, con una buona dose di situazioni esilaranti, come un innocente, un orso di peluche appunto, possa divenire l’esatto opposto, una volta inseritosi nell’attuale società dei consumi.
Il film trasuda comicità da tutti i pori, ma oltre a questo vi è una buona dose di romanticismo e dramma, senza contare l’incredibile quantità di elementi appartenenti alla cultura Geek di cui è permeata la pellicola.
Molteplici sono inoltre i collegamenti con i Griffin. Primo fra tutti la voce di Ted, la stessa di Peter, cioè Macfarlane(nella versione americana). L’attrice protagonista, la sempre più stupenda Mila Kunis, è la stessa che presta la voce a Meg(sempre nella versione americana).
Da notare e come in tutte le sue creazioni il regista introduca sempre un personaggio ambiguo che fa da spalla al protagonista.
Nei Griffin è un cane o un neonato, in American Dad un alieno o un pesce e in Cleveland Show un orso.
Sono sempre personaggi che nella realtà non possono parlare ma che nella finzione hanno molto da dire e risultano i più controversi.
Nel film Macfarlane stravolge tale ricetta e rende protagonista la spalla. Con ottimi risultati.
Una commedia politicamente scorretta che racconta una grande amicizia, di quelle che non puoi separare. Di quelle che non guardano in faccia sesso, religione o razza. Di quelle su cui puoi veramente contare. Perché la vita è migliore e piena di situazioni al limite della follia se si ha un amico come Ted.

Voto: 4/5

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