Arrivata ormai al suo quinto episodio, la saga cinematografica di Resident Evil continua a suscitare chiacchiere e grandi aspettative tra gli appassionati. Sempre più lontani da quelle che sono le trame dei videogiochi , da cui prendono ispirazione, le pellicole si sono incentrate con il passar del tempo esclusivamente sulla storia personale della sua protagonista Alice (Milla Jovovich) e sul suo legame oscuro con l’Umbrella Corporation.
A partire da Resident Evil (2002), fino a Resident Evil: Afterlife (2010), la vita di Alice, che costituisce una vera e propria saga nella saga, si è arricchita di tanti ed oscuri particolari che hanno tenuto incollati alla poltroncine gli appassionati della saga, in attesa di sapere chi fosse realmente la protagonista e come abbia iniziato a lavorare per l’Umbrella. L’eroina viene infatti presentata già dal primo film come una super-macchina da guerra, dotata di straordinarie capacità combattive e forza sovrumana, ma è senza ricordi. In seguito all’esposizione a dei gas, meccanismo di difesa della Regina rossa, Alice sviene sbattendo la testa, questo le provoca un amnesia, che andrà svanendo pian piano nel corso della saga.
Resident Evil Retribution, quinto ma non ultimo capitolo (Paul W.S. Anderson ha firmato per la realizzazione di una trilogia) è il film “rivelazione”. Nello svelare vecchi e nuovi segreti della vita della protagonista e dell’organizzazione stessa dell’Umbrella Corporation, il regista tira fuori dal cappello i vecchi personaggi del primo capitolo, tra cui ricordiamo Rain Ocampo e la regina Rossa, con new entry dello stampo di Ada Wong.
Più vicino dei suoi predecessori alla saga videoludica, Retribution è un film di passaggio. Tappa obbligata tra l’inizio e la tanto annunciata fine, Anderson non punta tanto sulla qualità della trama ma su quella dei combattimenti. Dopo quattro capitoli, riuscire a sottoporre allo spettatore qualcosa di nuovo è difficile, sopratutto se c’è un filo logico da seguire. All’ora non resta nient’altro da fare, che rendere spettacolare cose gia viste e, in questo l’ultima puntata della saga non ha nulla da invidiare a nessuno. Gli splendidi effetti popo out del 3d e lo stesso brillante lavoro celato dietro la fotografia, incollano lo spettatore alla poltroncina per tutta l’ora e mezza del film, sopperendo così ad una trama scontata e ripetitiva.
Non bisogna dimenticare però che la saga, durante la sua costruzione, ha subito un brusco cambio di regia. Dopo il primo capitolo infatti Anderson, ha abbandonato la sedia di regista per cederla prima a Alexander Witt con Apocalypse e poi a Russell Mulcahy per Afterlife, capitolo che ha segnato il declino continutistico/stilistico delle avventure dei non morti e, che ha portato la produzione a richiamare in carica il papà della Racoon city cinematografica.
Da quel momento in poi le cose sono cambiate per Alice e Company, il che fa ben sperare che Anderson, abbia preparato un uscita di scena con il botto, per il malefico virus T. Non ci resta che aspettare e sperare..
© RIPRODUZIONE RISERVATA