Quasi amici: la recensione di Eleginger

Quasi amici: la recensione di Eleginger

Il film si apre con un flashback e con un’inquadratura interna all’automobile, con uno sfondo ritocato con il filtro fotografico bokeh. Angolazioni dall’alto e frontali segono i movimenti della macchina ruotante tra le altre nella prima macrosequenza che termina con l’arrivo dei protagonisti davanti all’ospedale, scortati dalla polizia. Dal flashback la narrazione segue in senso cronologico la storia e il contesto sociale in cui Omar Sy è inserito, fino ad arrivare alla conoscenza di Francois Cluzet e all’accettazione della prova come assistente del primo per il secondo, paralizzato da tetraplegiasi in seguito ad un incidente durante la pratica di uno sport estremo. La narrazione prosegue logicamente fino all’epilogo appena preceduto dall’abbandono di Omar della nobile casa Cluzet, a cui è costretto un po’ per contingenze famigliari (un fratello-non fratello più piccolo perchè figlio di un compagno di sua madre-non madre perchè realmente sua zia avviato sulla cattiva strada malavitosa), la madre-zia sola e alle prese economiche dei figli avuti appunto da diversi compagni. Omar lascia Francois finchè l’epilogo si riconduce con una struttura “ad anello” al flashback-prologo, dispiegando così il senso del titolo e della “quasi amicizia” che si articola e instaura tra i due diventando sempre più “intouchable”. I temi dell’opera vanno dal tempo come topos individuale, nell’accezione di crescita e formazione dei due che si salda progressivamente e tempo in un’accezione più esistenziale e ampia ma nello stesso tempo sempre calata nella personalità dei due: Francois è tradito da un tempo che per qualche secondo lo ha paralizzato per sempre e lo stesso tempo cerca di fermare con lettere ad un’amata Elinor, che le ricorderà il suo primo grande e ultimo, fino a quel momento, amore che vedrà soltanto proprio alla fine, improntate ad una timida e liberatoria spiritualità; lo stesso tempo Omar lo ha trascorso e perso in carcere per sei mesi per una rapina a mano armata in una gioielleria e lo stesso tempo cercherà di fermare con una “pragmaticità”, pragmatico lui stesso si definirà, che da improvvisazione “ready-made” si rivela instantanea genialità. I de empi si fondono in un connubio di autentica amicizia, rivelandosi congiuntamente complementari e per questo intouchables.

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