“A interpretare i parenti di lui sono gli stessi attori che interpretano quelli di lei ma in ruoli opposti. L’idea è buona”: “due famiglie italiane, socioeconomicamente agl’antipodi eppure analoghe per vizi e derive, in primis il cercare di controllare i figli imponendo loro scelte ch’esulano dalla propria inclinazione personale.” “Purtroppo però la sceneggiatura d’Ogni maledetto Natale fa acqua da tutte le parti, a cominciare dall’incipit (perché mai Giulia, evidentemente evoluta rispetto alla sua famiglia, vuole presentarla subito a Massimo?)” “Un impianto che funziona più sulla carta che nella resa finale, poiché il film vive di folli momenti e grandissime trovate, ma soffre d’alcune incertezze e qualch’eccesso di caratterizzazione più puramente televisivo”. A es. Benji, il maggiordomo filippino impersonato da Guzzanti, non è che l’Arnel/Ariel del sodale Marzocca, ruolo da costui portato in programmi tv sin da “BRA Braccia Rubate All’Agricoltura” (RAI 3, 2003-2004), “Bulldozer” (RAI 2, 2005-2006) e “Zelig” (Canale 5 dal 2006). Oppure la presenza della Mastronardi, che conferisce un tocco da “bella fiction di Rai 1”. O, ancora, Alessandro Cattelan, frastornato in questo suo debutto dal piccolo al grande schermo. Così viene compiuto “il crimine peggiore per una commedia: non fa molto ridere.” Mastrandrea e Giallini spassosi, tuttavia il cast “non riesce a suonare di concerto, creando una cacofonia ch’a volte lascia spazio ad assoli divertenti, ma in generale non trova l’armonia. Responsabilità [..] che, com’è noto, non è degl’attori bensì dei registi.”
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