Molto forte incredibilmente vicino: la recensione di Annu83

Molto forte incredibilmente vicino: la recensione di Annu83

Una volta esisteva un VI distretto a New York… o almeno questo è quello che viene raccontato ad Oskar.
Oskar (Thomas Horn), figlio del gioielliere Thomas (Tom Hanks) e di Linda (Sandra Bullock), pur essendo un bambino molto sveglio, non può sapere che quello che sta per succedere cambierà la sua vita per sempre. Il tragico “worst day” americano, noto semplicemente come l’11 Settembre è destinato a far crollare, insieme alle torri, anche la felicità della sua famiglia.
Thomas morirà nel crollo del grattacielo, e il piccolo Oskar resterà con un vuoto forse incolmabile, e con un senso di colpa nascosto che racconterà solo molto più tardi. Ma sarà anche l’inizio di una fantastica avventura costellata di bugie, persone, cose, luoghi, suoni, immagini che mai avrebbe creduto possibile, e che mai si sarebbe creduto capace di compiere. Una sorta di second life basata sulla ricerca di una serratura in grado di accogliere una chiave trovata in un vaso del defunto padre. L’unico metodo, forse, per allungare quegli ultimi 8 minuti insieme a Thomas, e forse di renderli eterni.
Una ricerca minuziosa, basata su intuizioni precise, schemi dettagliati, minuti precisamente scanditi in compagnia di un inaspettato compagno di viaggio e del fido tamburello, una sorta di piccola coperta di Linus il cui suono risulta indispensabile a mantenere la calma. Sì, perché Oskar non è un bimbo normale, ma unisce all’enorme intelligenza anche alcune fobie. Claustrofobia, liguirofobia, agorafobia, acrofobia… sono solo alcune delle paure di Oskar, che è afflitto anche dalla Sindrome di Asperger.
Un viaggio ricco di sorprese e di persone, grazie alle quali scoprirà che, nonostante tutto, “every day is a miracle”.
Un film che trova forza e ispirazione nella naturalezza e nella semplicità di piccoli gesti come un pianto, un abbraccio o una carezza, proponendo una fotografia aggraziata per quanto spietata di un evento tragicamente doloroso. Ma anche un film che riesce a mettere a confronto la forza dell’amore e quella della disperazione, che spesso vanno a braccetto, ma che sono guidate da stati d’animo completamente differenti, dando un’immagine nitida e precisa della differenza tra le due.
Un Tom Hanks “in pantofole” per via della brevità della sua interpretazione, una magistrale Sandra Bullock che si cala perfettamente nella parte della moglie affranta e della mamma premurosa, e uno strepitoso Thomas Horn che lascia tutti senza fiato in un’interpretazione “piena”, camaleontica, drammatica ma a tratti ironica (quel “stairs are broken”, uscendo dall’ascensore, sussurrato al portiere che era solito prenderlo in giro per la sua paura degli ascensori, è di una finezza talmente brillante da passare quasi inosservata) assolutamente priva di ogni sbavatura, tanto da non trovare nulla di strano, a posteriori, nelle parole della Bullock che ricorda che: “sul set ci stupivamo ogni giorno di più di quanto Thomas fosse un attore incredibile”. E, a scanso di proteste, un magnifico monologo di 3 minuti, quando “spiega la sua storia”, è pronto a documentare la bravura e il senso interpretativo di Horn. Provare per credere.

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