Ok ok e’ uscito diversi mesi fa non lo metto in dubbio. Però vale la pena riparlarne ora, perché fino domenica notte o giù di li era il “campione in carica” agli oscar 2014 nella categoria sceneggiatura originale, perché adesso l’opera e’ fruibile nei vari formati digitali e nelle varie paytv ,visto che a suo tempo gli ottusi distributori italiani hanno fatto si che il film in pratica non passasse nei nostri cinema, ma sopratutto perché Spike Jonze e’ un fottuto genio ( vedi l’imprescindibile Essere John Malkovich ) oltre ad essere il più rivoluzionario ed influente regista di videoclip musicali ( Buddy Holly dei Weezer, Praise you di Fatboy Slim, Sabotage dei Beasty Boys giusto per citarne tre ma ne ha altri mille mila all’attivo). Her e’ la sua opera definitiva, la consacrazione nell’Olimpo dei Grandi. Un capolavoro che avrebbe meritato moooolto di più anche in termini di statuette e di attenzione in generale. Un film di (finta) fantascienza e di amore (disperato) musicato dalla note eteree degli straordinari Arcade Fire. Un futuro indefinibile, imprecisatamente vintage, che quasi sembra il presente, con una fotografia scarna e dalle cromature calde e forti che rende il tutto onirico. Una love story al tempo della condivisione, dove socializzare e’ diventato difficile, come difficile e’ dire quello che si prova sempre che si provi davvero qualcosa in una società che ti porta ad isolarti. Una storia senza storia, sesso senza sesso. Lui e Lei. Lui è’ un solitario scrittore di lettere d’amore su commissione, schiacciato dal peso e dai sensi di colpa del divorzio che si sta consumando. Lei è’ la voce di un sistema operativo, un’intelligenza artificiale. Mente e anima dentro un pc, senza un corpo da vedere e da toccare. L’umano e la macchina. E la loro storia. Spiazzante, disturbante. Chi si innamora in questo modo e’ un folle, ma cio’ che deve far riflettere e’ che in quella ( questa?) epoca risulti una pazzia socialmente accettata
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