L’altra faccia del diavolo: la recensione di Frenck Coppola

L’altra faccia del diavolo: la recensione di Frenck Coppola

Dopo un lunghissimo periodo promozionale per Universal Pictures condite da varie collaborazioni con FrenckCinema, è arrivato il momento di andare a vedere al cinema l’horror L’Altra Faccia del Diavolo che tanto ha fatto bene in termini d’incassi in Usa.
Da amatore del genere demoniaco devo ammettere di non sapere cosa dovevo aspettarmi da questo film, spesso capita infatti che film dal grandissimo risultato al botteghino si scontrino con una realtà ben più amara dal punto di vista qualitativo.
In passato ho dovuto confermare questa teoria per esempio con la saga Paranormal Activity, L’Ultimo Esorcismo e Il Rito con Anthony Hopkins, pochissime volte mi son dovuto ricredere su questa teoria, da capostipite in questo caso chiaramente c’è L’Esorcista di William Friedkin.
Alla regia di L’Altra Faccia del Diavolo c’è il semisconoscito William Brent Bell, un regista che fino a questo momento si era fatto conoscere con il poco riuscito horror Stay Alive che tra l’altro non aveva protagonista il Diavolo ed i suoi servitori, ma una tremenda maledizione che prendeva un videogame.
In L’Altra Faccia del Diavolo, Bell deve spesso fare i conti con una sceneggiatura, tra l’altro co-scritta da lui, priva di un benchè minimo filo narrativo, la storia è troppo macchinosa ed il passaggio dal passato al presente non è sufficientemente supportata da quel pathos giusto.
In molte scene devo purtroppo ammettere la poca professionalità del regista ed in particolare della sceneggiatura, durante la visione del film ne ho contate addirittura quattro piene dove l’unico pensiero che salta in testa è quello di alzarsi ed andar via dalla sala, quoto su tutte quella dove il giovane prete “esorcista da un secolo” ha paura del buio.
Uno dei pochi punti positivi è da ricollegare alla scelta della produzione nel ricorrere alla tecnica del found footage per il film, scelta felice perchè almeno con essa il pubblico in sala riesce a saltare dalla poltrona dopo lunghi periodi di noia.
La scelta del cast sconosciuto fortunatamente non è da condannare, il film è stato realizzato con un budget bassissimo e per questo era da mettere in preventivo la poca esperienza degli attori.
Nonostante la poca dimistichezza con il grande schermo, la giovanissima Fernanda Andrade è riuscita a tenere banco al passaggio dalle serie tv al cinema con una buona dose di maturità.
Qualche ruolo in più in carriera, ma meno talento di sicuro per Simon Quarterman e Evan Hemluth, i due attori nel ruolo dei due preti hanno subito la cattiva costruzione dei loro personaggi, veramente poco realistici, da parte degli sceneggiatori e per questo hanno fallito miseramente.
Spesso quando recensisco un film horror o in questo caso un horror a sfondo demoniaco misuro il loro grado di apprezzamento anche grazie alle sue scene da paura, in L’Altra Faccia del Diavolo purtroppo mancano i soliti balzi dalla poltrona e in molte occasioni arrivano delle immagini troppo scontate che in teoria dovrebbero far paura, ma in pratica sembrano viste e riviste in tanti altri film dello stesso genere.
In conclusione posso tranquillamente sconsigliare la visione di L’Altra Faccia del Diavolo, non me ne vogliano gli amici di Universal Pictures Italia, ma il tutto sembra tremendamente scontato e mal raccontato.
Le uniche note positive a mio modo di vedere sono la performance dell’esordiente sul grande schermo Fernanda Andrade e la scelta della tecnica Found Footage che ha ancora tanto da raccontare in special modo nel genere horror.

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