La vita facile: la recensione di Silvia Urban

Lucio Pellegrini firma una commedia potenzialmente molto interessante e ambiziosa ma eccessivamente discontinua. Un bel ritratto dell'Africa dove a vincere è l'affiatamento e il talento di Pierfrancesco Favino e Stefano Accorsi

La vita facile: la recensione di Silvia Urban

Lucio Pellegrini firma una commedia potenzialmente molto interessante e ambiziosa ma eccessivamente discontinua. Un bel ritratto dell'Africa dove a vincere è l'affiatamento e il talento di Pierfrancesco Favino e Stefano Accorsi

Nell’intervista ai due protagonisti pubblicata sul numero di marzo di Best Movie, Pierfrancesco Favino si augura che il pubblico, durante e dopo la visione del film, rida, perché La vita facile è essenzialmente una commedia. In effetti si ride, anche molto, specie nella prima parte della pellicola – quella più forte – dove al centro ci sono proprio loro, Luca (Stefano Accorsi) e Mario (Favino), due medici, ma soprattutto due amici che si ritrovano dopo 12 anni, in Africa. Forti di un rapporto che li lega anche nella vita reale, Favino e Accorsi danno prova del loro talento, alternando momenti comici e forti scontri verbali che danno ritmo e tengono in piedi il primo atto di questa storia. Sullo sfondo l’Africa, ritratta in modo onesto – come nelle intenzioni del regista Lucio Pellegrini – senza scadere in strumentalizzazioni e facili buonismi. Un’Africa che, anzi, permette ai personaggi di stagliarsi in tutta la loro negatività. Perché, a dispetto delle apparenze, Luca, Mario e Ginevra (Vittoria Puccini) sono tre cinici, ciascuno con le sue ambiguità e i suoi egoismi, totalmente centrati su se stessi e ignari del fatto che ad attenderli c’è solo la solitudine. Il che, da un certo punto di vista, rende la sfida del film ancor più interessante. Il tentativo di Pellegrini è quello di creare un film che ricordi e renda omaggio alla commedia all’italiana; un cinema divertente e allo stesso tempo amaro, senza lieto fine, capace di mescolare stili diversi. Se l’obiettivo è ambizioso, il risultato è discontinuo, soprattutto nella seconda parte del film dove questa commistione di registri prende il sopravvento, fino a una “deriva thriller” che stona con tutto il resto. Apprezzabile invece il finale, con un’ultima scena spiazzante che in realtà mantiene fede al leitmotiv del film: niente è come sembra.

Leggi la trama e guarda il trailer di La vita facile.

Mi piace
La grande prova di Stefano Accorsi e Pierfrancesco Favino, la bella fotografia dell’Africa, i continui colpi di scena attraverso i quali si svela la vera natura dei personaggi, e il lieto fine che non c’è.

Non mi piace
L’eccessiva commistione di registri rende il film discontinuo, tanto che alcune scene risultano quasi fuori luogo. Lo spessore e l’intensità costruiti nella prima parte del film si perdono, mentre il rapporto di Luca e Mario acquista toni quasi da mélo.

Consigliato a chi
Ha un debole per Pierfrancesco Favino e Stefano Accorsi e ha sempre sognato di conoscere L’Africa, quella più genuina e vera. A chi ha voglia di ritrovare sullo schermo un po’ di quella commedia all’italiana che ha reso grande il nostro cinema e non ha paura di confrontarsi con tre personaggi che incarnano quell’egoismo di cui anche noi a volte siamo vittime.

Voto: 3/5

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