In un futuro prossimo in cui le vecchie carceri sovraffollate sono solo un ricordo, le pene si scontano in uno stato di sonno profondo: è il progetto Hypnos del Ministro Costa (Tony Laudadio), sistema di coercizione tanto economico ed efficiente quanto affidabile. La situazione precipiterà nel momento in cui David Damiani (Stefano Accorsi), psicologo incaricato di monitorare il quadro psichico dei carcerati, avrà a che fare con un detenuto di cui sono andati persi tutti i dati…
Opera prima di Alberto Mascia, da un soggetto vincitore del Premio Solinas, e prodotto tra gli altri da Matteo Rovere, Ipersonnia è un esempio di fantascienza distopica italiana che tenta di lanciarsi nell’agone di un genere alieno al nostro cinema: la confezione opportunamente algida mal si raccorda, tuttavia, a una sceneggiatura in cui la mancata verosimiglianza narrativa e la recitazione sfasata e meccanica generano vuoti pneumatici difficilmente colmabili.
Tanto che lo sci-fi propriamente detto, con buona pace delle premesse a metà strada tra Philip K. Dick e Foucault, ben presto viene abbandonato sottobanco, in favore di un più gestibile ma comunque desolante ibrido “due camere e cucina” tra il thriller dell’anima e quello governativo. Si sorride, in compenso, per un Accorsi quasi omonimo del frontman dei Maneskin, Damiano David.
Foto: Ascent Film, Nightswim, Rai Cinema
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