Hunger Games: la recensione di Catnip

Hunger Games: la recensione di Catnip

Tutto è cominciato quattro mesi fa, stavo cercando un libro da leggere,quando comparve tra le mie mani HUNGER GAMES di Suzanne Collins.
Inizialmente la trama non mi diceva niente, non mi trasmetteva nulla, poi però qualcosa mi ha fatto cambiare idea, quindi comprai il libro, inconsapevole del fatto che me lo sarei “divorata”, perdutamente innamorata di tutti (o quasi) i personaggi.
Ho già letto tutti è tre i libri, l’ultimo in inglese, e devo dire che aspettavo con ansia l’uscita del primo film. Lunedì sono andata all’anteprima speciale, e finalmente ho potuto vederlo, dopo giorni di estenuante attesa. Ne sono rimasta affascinata. Per due ore e poco più sono rimasta incantata davanti allo schermo, perchè volevo assaporare ogni singolo secondo. Jennifer Lawrence, nei panni della non-eroina Katniss, è stata formidabile,non ho potuto fare a meno di paragonarla ad Artemide, dea della caccia,degli animali e dei boschi, sempre con arco e faretra in mano. La giovane attrice, già protagonista del film “Un gelido inverno” , è stata capace di trasmettere a tutti con le espressioni del volto, ciò che solo i fan del libro avrebbero potuto capire. Appare selvaggia, determinata ma anche molto spaventata all’idea di perdere per sempre la famiglia e il migliore amico Gale. La sua bravura finisce però secondo me per coprire quella di Josh Hutcherson, alias Peeta, il tributo maschio del distretto 12, che appare non come co-protagonista ma più come “comparsa”. Forse, molti lo hanno visto come un ragazzo fragile, non all’altezza di Katniss, e si , ammettiamo pure che la sua apparente alleanza con i Favoriti ha lasciato di stucco almeno per un momento. Un grande complimento va anche fatto agli stilisti e ai truccatori, dei veri maghi. Un lavoro veramente eccezionale. Hanno reso l’idea del Capitol, della bravura di Cinna(Lenny Kravitz) nel creare vestiti per la ragazza di fuoco e della capacità di Peeta nel mimetizzarsi.
A mio parere l’unica pecca dal punto di vista “estetico” è stata il doppiaggio. Le voci italiane erano totalmente inadatte e diverse da quelle originali,. Inoltre, un grande errore è stato doppiare le canzoni, sicuramente gli spettatori avrebbero apprezzato di più le parole originali. Invece una cosa che non mi è piaciuta è stato il velocizzare le scene violente, infatti i movimenti scattanti della telecamera hanno impedito di far capire fino in fondo alcune scene basilari per la comprensione della storia. Hunger Games ha un significato importante nella società di oggi, infatti va oltre al divertire i ragazzini. Mostra in un certo senso sia il mondo reale, nel quale ci sono alcuni paesi ricchissimi e altri poverissimi, sia un probabile futuro per l’America,dove più che preoccuparci del fatto di rimanere senza cibo, bisognerebbe preoccuparsi dell’eccessivo consumo di cibi-spazzatura. Oltretutto, non va affatto paragonato ad altre storie che hanno spopolato,vedi Harry Potter o Twilight, perchè mentre questi ultimi sono pura, purissima fantascienza, basata su una realtà fantastica inesistente, HG appunto può avere fondi di verità.
In definitiva, un film che appassiona e piace alla folla, adatto agli adolescenti soprattutto, ma che può piacere anche ai grandi. Sono ansiosa di vedere il secondo film, sperando che , come questo, rispetti il libro quasi del tutto. Un enorme ringraziamento al regista Gary Ross e al cast, che ha fatto si che la nostra immaginazione diventasse realtà.

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