Hotel Transylvania: la recensione di Daniela Bizzarro

Hotel Transylvania: la recensione di Daniela Bizzarro

Nato dalla mente del regista Genndy Tartakovsky, Hotel Transylvania può essere considerato il primo grande successo di quest’ultimo, fino ad ora impegnato in prove televisive, anche se la prova non convince del tutto.

Sfruttando la storia e l’immagine di tanti onorevoli mostri, che hanno fatto la storia, il regista porta in scena una pellicola ricca di messaggi e “lezioni di vita”. Tutto inizia con un moderno Dracula, che segnato dall’omicidio della moglie ad opera degli umani, decide di costruire un immenso castello, che sarà tramutato poi in Hotel, dove tenere al sicuro sua figlia Mavis e tutti quanti i mostri che lo desiderino. E’ proprio in occasione dei festeggiamenti del 118° compleanno di quest’ultima, che un umano riesce inspiegabilmente a superare tutti i sistemi di difesa, presentandosi alla porta del castello.

Rapporto genitori-figli, drammi adolescenziali, accettazione del diverso, il film è ricco di spunti di riflessione, scene di dialogo e d’introspezione riadattati a misura di bambino, particolarità di cui tutta la trama ha finito per pagare le spese.

L’attenzione particolare dimostrata “ne voler trasmettere qualcosa”, ha tolto spessore e particolarità a dei personaggi, che al di la dei tre protagonisti risultano essere poco sviluppati, delle semplici comparse.

Non del tutto privo di scene comiche, la pellicola di certo non regge il paragone con gli altri film animati, che hanno fatto il loro ingresso nei cinema italiani di recente, ma nel complesso non è niente male.

Non bisogna dimenticare, che stiamo parlando pur sempre di un esordio cinematografico.

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