Frances Ha: la recensione di nancy

Frances Ha: la recensione di nancy

Di Frances Ha se ne parla da tanto, un po’ perchè ci ha messo diverso tempo ad arrivare in Italia (è stato presentato nel 2012, uscito nelle sale americane nel 2013, ma arrivato da noi solo nel settembre 2014!) un po’ perché è stato inserito tra i migliori flm del 2013 da Quentin Tarantino e un po’ per il passaparola generale che generano i film indie. Sì perché Frances Ha è uno di quei film indie per eccellenza, anzi è anche di più, è mumblecore e il regista, Noah Baumbach, è uno degli esponenti di questo movimento.

Le recensioni in rete su Frances Ha sono effettivamente tutte positive, viene etichettato dai più come capolavoro ed è stato eletto come manifesto unversale dei trentenni di oggi grazie alla sua protagonista, una precaria che sogna di fare la ballerina mentre passa da un appartamento all’altro di New York; insomma le premesse c’erano tutte, Frances Ha non poteva non piacermi..e invece, forse perché mi sono apprestata alla visione carica di aspettative, non lo so, a me questo film non ha lasciato nulla, anzi alla fine della visione ero felice di non essere l’inconcludente Frances.

Frances Halladay ha 27 anni, sogna di fare la ballerina, ma non è così brava e al momento riesce ad ottenere solo piccoli incarichi; ha un fidanzato, ma lo molla perché preferisce continuare a vivere con la sua migliore amica, Sophie, dai più definita una strega. Quella tra Sophie e Frances è una sorta di storia d’amore lesbo senza sesso, come loro stesse la definiscono, ma non è un film sull’amore e neppure sull’amicizia, è invece un film su una donna che non sa crescere.

La fantastica resa in bianco e nero non è riuscita ad ingannarmi, Frances Ha non è un buon film perché la sua storia è pari al nulla! Frances è una ragazza che non si sforza di crescere, che non arriva a fine mese, ma decide ugualmente di trasferirsi nella casa di due ricchi figli di papà che giocano a fare gli artisti; perde l’amore per salvare un’amicizia quasi morbosa nella quale crede solo lei perché Sophie, lungi dall’essere una strega, è una donna, di quelle con i piedi per terra, lavora e prende impegni e decisioni importanti, al contrario di Frances.
Moltissimi si sono innamorati della Frances interpretata da Greta Gerwig (che devo ancora capire se è davvero così brava), forse perché il suo essere goffa suscita a tratta quasi tenerezza. Ma a me, che davvero lotto per arrivare a fine mese, che ho una laurea inutile tanto quanto la sua e non sono così brava come vorrei, ha fatto solo venire i nervi. Mi ha ricordato tutti quegli studenti figli di papà che affollano i corridoi della facoltà di lettere e che ho finito per odiare; mi ha ricordato quelle studentesse che sfoggiano uno stile forzatamente indie e anticonformista per fingersi intellettuali e che poi dall’alto del loro stile alternativo sono tutte uguali!

A rendere ancora più odioso il film, sempre partendo dal mio frustrato punto di vista, è l’happy ending, che sa tanto di finto e forzato. Anche se Frances è dovuta scendere a compromessi per ottenere i suoi successi, e ha capito che “a volte è bene fare quello che devi fare quando lo devi fare” il finale stona comunque se viene considerato il pubblico per il quale il film era pensato. Frances Ha è così indie che alla fine è snob e il suo pubblico più naturale passa da quello dei trentenni precari e sognatori a quello dei classici “comunisti” con i soldi di papà, realizzati ma scontenti.

Sono stata cattiva con questo film, e ovviamente il mio giudizio conta meno di zero, ma almeno sono stata onesta. Qui, nella vita vera non è così..

Voto 6/10

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