Lillo Petrolo è Trip, un elfo costruttore anti-convenzionale al servizio di Babbo Natale. I giocattoli a cui dà vita con la magia sono infatti molto particolari e, a volte, un po’ fuori controllo. Un pasticcio più grande del solito lo porta a conoscere Elia (Federico Ielapi), un ragazzino perseguitato dai bulli della scuola e con una madre giocattolaia (Anna Foglietta), i cui affari non vanno per niente bene. L’incontro con Trip cambia le loro vite e grazie a lui il business di giocattoli ha finalmente una svolta positiva. Ma proprio quando le cose sembrano andare per il verso giusto, arriva un imprenditore senza scrupoli (Claudio Santamaria) a metter loro i bastoni tra le ruote…
Elf Me è quanto di più filologico il cinema italiano abbia prodotto rispetto all’estetica dei film natalizi americani. Ha infatti tutti gli elementi al posto giusto per una favola da godere sotto l’albero: le ambientazioni, i costumi, l’atmosfera caramellosa, le musiche abituali di questo tipo di prodotto e la tipologia di adventure movie, con protagonista un elfo divertente, strampalato e pasticcione, pacioso e bonario, dedito alle mimesi vocali parodiche e cambiare l’idea di business del Natale nel segno della sua ruspante inventiva. Lo interpreta Lillo Petrolo, sempre più maschera quasi bigger than fife in termini di onnipresenza nella nostra industria cinematografia, che qui si mette al servizio di Babbo Natale riverendolo con la rispettosa formula “sua balocchezza”.
L’intreccio mira a smussare i traumi in chiave squisitamente natalizia, a cominciare dalla separazione dei genitori del piccolo protagonista, e punta tutto su Lillo come perno di un’idea di comfort movie delle festività ad ampio raggio, che possa anche ammaliare anche l’infanzia e intercettarne il gusto buffo e giocoso. Questo il tentativo del produttore Gabriele Mainetti con la sua Goon Films, dopo Lo chiamavano Jeeg Robot e La Befana vien di notte (che era scritto dal suo sodale Nicola Guaglianone, già co-sceneggiatore di Jeeg con Menotti).
Il film con protagonista Paola Cortellesi, mattatrice e regina del box office italiano del 2023 col suo C’è ancora domani, era più nostrano nella sostanza e nella formula rispetto a Elf Me, ma anche infinitamente più posticcio nei risultati, mentre il film diretto dal duo YouNuts!, al secolo Niccolò Celaia e Antonio Usbergo, azzecca senz’altro la confezione, anche a latitare sono stupore e commozione nei passaggi chiave, che rimangono un pelo indietro rispetto a quella soglia tale da garantire la canonizzazione a classico natalizio. La visione, però, rimane estremamente piacevole, specie in concomitanza con le atmosfere delle feste sulle quali è millimetricamente ritagliato, anche nei mimici dettagli (perfino nel mini-calendario dell’avvento che fa partire la narrazione, cronologicamente, dal 21 di dicembre).
Il villain di Claudio Santamaria, che gioca con le sporcature di un accento da popolano e dei riccioli elaboratissimi intorno alle orecchie, un po’ Lupo Lucio della Melevisione e un po’ Robespierre, è decisamente tirato via nonostante gli ammirevoli e fragilissimi sforzi shakespeariani profusi dall’attore de L’ultimo bacio nonché indimenticato Enzo Ceccotti del già citato Lo chiamavano Jeeg Robot, così come non brilla e non rimane tatuata nella memoria una Caterina Guzzanti in falsetto che sembra transitare direttamente dal game show LOL – Chi ride è fuori, (creatura di estremo successo e punta di diamante di Prime Video Italia, dopotutto). Mentre gli effetti digitali, anche quelli in stile Flubber con Robin Williams, sono decisamente buoni e le scene protocollari del genere – corsa in slittino all’ultimo respiro con urlo di paura: “Morirò e non ho ancora pomiciato!” inclusa, in pieno stile teen movie americano – sono presenti a profusione.
A suggellare una sgangherata ma sincera vena spielberghiana (zio Steven, in fin dei conti, è in assoluto il regista più chiaro all’idea di mitopoiesi di Mainetti). che fa da traino all’operazione che gli YouNuts! conducono con lo stesso gusto replicante già ammirato, a seconda dei contesti, nel vanziniano Sotto il sole di Riccione (il loro migliori film), nel remake/reboot/requel/re-qualcosa ...altrimenti ci arrabbiamo! (irricevibile) e in Grosso guaio all’Esquilino – La leggenda del kung fu (abbastanza modesto), anche il cartello finale rivolto ai più giovani, chiamato a riecheggiare l’indispensabile e caloroso monito materno della venditrice di giocattoli interpretata da Foglietta: “Non smettete mai di sognare”. Per non parlare della salita in bicicletta verso la luna, che fonde la rievocazione di E.T. – L’extraterrestre, all’epica sognante del Natale, ma senza dimenticare la più recente lezione di Stranger Things e delle puntuali sporcature, in chiave di gag, da commedia tutta italiana.
Foto: Lucky Red, Goon Films, Amazon Studios
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