Django Unchained.
Quentin Tarantino è tornato e con lui un altro dei suoi capolavori.
Prima di tutto questo regista è un po’ particolare e presenta uno stile registico tutto suo, quasi ogni scena di tutti i suoi film è esagerata nei comportamenti e nella violenza dei personaggi; questo è il tipico regista che collezione film che o adori o odi. (personalmente io punterei sulla prima scelta).
Un altra particolarità riscontrata in tutte le sue pellicole è: quasi tutte le scene sono lunghissime e potrebbero risultare interminabili ma questa cosa ha un suo perché: primo servono per far capire fino infondo quanto gli attori recitino alla perfezione (vedi Leonardo Di Caprio nella scena della trattativa a cena), secondo per far crescere la suspance e per far finire le suddette scene capovolgendo totalmente la situazione (vedi la scena della taverna in tedesco di bastardi senza gloria dove muoiono tutti alla fine).
Tornando al film in questione, ogni singolo attore potrebbe essere premiato, primo di tutti Christofer Walz che regala dopo b.s.g. Un’altra delle sue meravigliose interpretazioni (da oscar!), Leonardo Di Caprio, personaggio quasi secondario nella storia ma che viene interpretato solo come Leo sa fare (insuperabile!), a Foxx non spettava un ruolo facile, Django è un personaggio complesso, è un uomo duro, gentile e profondamente innamorato, questo ruolo difficile non è stato un problema per Foxx che da la sua seconda miglior interpretazione dopo quella di Ray che gli valse l’oscar.
Ciò che Tarantino voleva veramente creare era uno spaghetti western che rimandasse alle atmosfere di “per un pugno di dollari”… e ci è pienamente riuscito!
La sceneggiatura è sicuramente una delle più curate che si siano mai viste, ma non mi pare che sia una novità per i film di Quentin quella di avere una sceneggiatura impeccabile.
Ciò che Tarantino sa fare meglio è mescolare alla perfezione scene di violenza sovra umana e scene di puro divertimento con battute spiritose e dissacranti, e di certo in questa pellicola c’è riuscito di nuovo.
Come stile questo film si può certo paragonare molto di più a Pulp Fiction ( che io considero il vero capolavoro di Tarantino) che a b.s.g., le scene pur avendo protagonisti e ambientazioni totalmente diverse dalla pellicola prima citata sono molto simili.
Ritroviamo dopo anni di inattività un Samuel L. Jackson più anziano (sia l’attore che il personaggio) ma di sicuro non meno talentuoso e perfetto per il personaggio; quel Jackson cinico e crudele che citava Ezechiele 25;17 ora è il miglore amico del “nemico”.
Insomma, Django Unchained, pellicola spettacolare sotto tutti i fronti, da apprezzare alla prima vistione e anche a tutte le successive.