Cobain – Montage of Heck: la recensione di Mauro Lanari

Cobain – Montage of Heck: la recensione di Mauro Lanari

Immaturo, fragile e problematico adolescente d’Aberdeen: è l’immagine che di Kurt forniscono sua figlia che produce, la madre ch’istiga e il regista ch’asseconda. Frances Bean Cobain sottolinea con serafica serenità: “I Nirvana non mi piacciono tanto”. Non le devono piacere neppure il grunge, mai citato, Dave Grohl, la cui intervista è stata tagliata in fase di montaggio, e la musica in generale, considerando che nel film viene spulciato ogn’aspetto inimmaginabile del padre nei rapporti con lei, con la moglie, coi genitori, con la matrigna, coi fratelli e le sorelle, con la 1a fidanzata: una psicoterapia familiare post-mortem e a mezzo pellicola. Gl’è sfuggito che Kurt sia stato un artista i cui dischi hanno segnato dei passaggi decisivi nel decorso del suo dramma esistenziale. Nei “Diari” lui ne parla, ma Brett Morgen sorvola. L’unico brivido viene dal solo ricordo della madre a riguardo: “Se ne sta lì con questo nastro in mano. Dico: ‘Che roba è?’ E lui: ‘È il master del mio nuovo album. Posso metterlo sullo stereo?’ E io: ‘Sì! E alza il volume! Alza, alza, alza.’ Lo guardo e dico: ‘Oh, mio Dio! Oh, mio Dio!’ E quasi mi metto a piangere. Non di felicità, intendo. Di paura. Avevo paura. Dissi: ‘Questo… cambierà… tutto.’ E poi: ‘Mettiti le cinture, perché non sei pronto per questo.'” “Questo” si riferisce alla sovraproduzione mainstream imposta dalla Geffen e da Butch Vig, senza la quale non sarebbe mai esistito un business planetario di nome “Nevermind” e adesso invece si starebbe a (non) parlare d’un gruppo di nicchia con un esordio, “Bleach”, poc’accattivante e di scarso valore. Kurt diventò pur’amico di Neil Young, s’influenzarono a vicenda e il biglietto d’addio di Cobain si chiude citando una frase da “Hey Hey, My My (Into the Black)”: “it’s better to burn out than to fade away.” Si spense staccando la spina anzitutto alla propria chitarra nell'”MTV Unplugged”. Sarà fors’impossibile ingabbiare il mistero d’una persona dentro un biopic e girare il “film definitivo” sul capogruppo dei Nirvana, ma con una simile impostazione il fallimento è assicurato in partenza. 98% su RT: un plebiscito fra cinefili menefreghisti del personaggio specifico.

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