Cloud Atlas: la recensione di Matelda Giachi

Cloud Atlas: la recensione di Matelda Giachi

“The nature of our immortal lives is in the consequences of our words and deeds, that go on and are pushing themselves throughout all time. Our lives are not our own, from womb to tomb, we’re bound to others.”

“Cloud Atlas” non è semplicemente un film, è una sfida. I fratelli Watchowsky l’hanno raccolta e, a dispetto di ogni sfiduciata aspettativa, l’hanno vinta.
Per portare sul grande schermo un’opera come quella di David Mitchell (autore del libro da cui la sceneggiatura è stata tratta), ci vogliono infatti un discreto quantitativo di fantasia, tanto coraggio e una vena di follia come ingrediente segreto.
Sei storie, sei dimensioni temporali diverse; dal 1800 fino a un lontanissimo futuro. Ognuna indipendente dall’altra. Ma non del tutto, perché ciascun individuo è collegato ad altri da un unico filo infinito: le proprie azioni.

Accantonato l’ordine narrativo di Mitchell, adatto ad un’opera letteraria ma potenzialmente molto noioso da un punto di vista cinematografico, i tre maghi della regia hanno creato qualcosa di paragonabile, per certi versi, a un mash-up musicale: brevi fotogrammi di ciascuna linea narrativa si alternano intercambiandosi tra loro in maniera inaspettatatamente armoniosa. Più correttamente bisognerebbe dire che si “agganciano” l’uno all’altro.
A marcare ulteriormente il collegamento tra tante vite, gli attori sono stati chiamati ad interpretare ciascuno una molteplicità di ruoli distribuiti tra i diversi episodi. Un espediente che funziona dannatamente bene, sia ai fini del racconto che ai fini della pura immagine.

Quello che ne deriva è un film complesso che, come un magnete, comincia ad attrarre la mente dello spettatore (al quale si richiedono concentrazione ed apertura mentale, pena la non comprensione della trama nel suo insieme) fino a risucchiarlo nel suo vortice.
Scene di una bellezza mozzafiato conducono a temi importanti su cui riflettere.
Un gran cast (Tom Hanks, Halle Berry, Jim Sturgess, Hugo Weaving, Susan Sarandon, Hugh Grant, Jim Broadbent, Ben Whishaw, Bae Doona, Keith David, James D’Arcy) , ha affiancato Andy e Lana Wachowsky e Tom Tykwer e ha reso possibile la resa materiale della loro fantascientifica visione.
Impossibile rendere degnamente a parole la bellezza di questo film, occorre non farselo scappare al cinema.

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