Chi è senza colpa: la recensione di ale5b

Chi è senza colpa: la recensione di ale5b

Di Dennis Lehane abbiamo imparato a conoscere atmosfere cupe e storie intriganti dallo sfondo malinconico. L’ambientazione noir che accompagna la costruzione dei soggetti cinematografici derivanti dalle sue opere, regna sovrana in una nicchia di prestigio che accosta a pellicole quali Mystic River, Shutter Island e Gone Baby Gone, anche quest’ultima trasposizione, “ The Drop – Chi è senza colpa”, diretta dal talentuoso regista belga Michael R. Roskam, già candidato all’Oscar come miglior film straniero nel 2012 per Bullhead.

Forte di un cast significativo, Tom Hardy su tutti, “The Drop” è un film trascinante, un occhio sulla piccola malavita di una periferia bostoniana che mette in croce le sue anime, collocandole su un patibolo distopico dal quale diventa difficile uscirne con le mani pulite.

Lo sa bene Bob Saginowsky ,(Hardy), ex malavitoso e ora barman nel locale del cugino Marv (James Gandolfini). Per quanto retto a condurre una vita normale, deve fare i conti con il sistema che lo circonda. A cominciare proprio dal bar, uno dei tanti gestiti dalla malavita e teatro dei famosi Drop, centri di smistamento del denaro sporco. In un mondo che non ti lascia andare, trovare una scappatoia diventa impossibile. Soprattutto quando ti trovi coinvolto in una rapina andata male.

Atmosfere e storie, certo. Ma è sui personaggi che si deve ricamare il giusto anello di congiunzione per poter amalgamare il tutto. Il risultato di Roskam è più che positivo in questo caso. Bob e Marv sono la stessa faccia di un comune passato ma dalla personalità contrapposta: in via di remissione il primo, quasi rassegnato l’altro, logoro dai soprusi e stanco dell’anonimato nel quale è confinato. L’alchimia tra i due personaggi emerge mano a mano che i minuti passano e le coscienze si aprono. La componente thriller aumenta esponenzialmente mano a mano che la pressione attorno a Bob cresce. Ne beneficia lo spettatore, improvvisamente catapultato in una realtà feroce e disarmante, un vuoto di potere violento, zeppo di peccatori.

Tom Hardy è al momento un esempio di intensità razionale, e dopo Locke, con il quale condivide più di una similitudine, regala un’altra performance degna di nota.
Proprio come il protagonista del film di Steven Knight, fa di introversismo e risolutezza una maschera affascinante, dando vita ad un personaggio di altissimo spessore del quale è facile interessarsi a più riprese.
L’interazione con Nadia (Noomi Rapace), fragile e genuina, e quella con il piccolo cucciolo di pitbull, Rocco, la contrapposizione pura della pellicola, è gestita con delicata meticolosità, e come tutto il contorno, carica l’aria di sana tensione senza cadere mai in forzature di mano.
Il resto è puramente scolastico seppure convincente, a partire da un’evoluzione in salsa gangster, fino alla vera resa dei conti, che altro non fa che chiudere il cerchio attorno a quella colpa dalla quale nessuno è immune.
“The Drop” è un film ben diretto e meglio interpretato: se Hardy è diventato uno dei migliori talenti in circolazione, l’ultimo saluto a James Gandolfini non solo è doveroso ma anche ampiamente ripagato.

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