Cenerentola: la recensione di Luca Ferrari

Cenerentola: la recensione di Luca Ferrari

Cenerentola, la magia della gentilezza

Mai come oggi Cenerentola è una storia d’incredibile attualità. Racconta di noi, almeno i parte. In principio amati, poi arrivano i dolori. I colpi bassi (del mondo lavorativo e non). Eppure si va avanti con la forza di ciò che si ha dentro. Si combatte fino all’inevitabile punto di rottura e ci si arrende. Ma se nelle favole arriva in soccorso un amico speciale, per noi chi c’è? Kenneth Branagh riporta sul grande schermo la favola Disneyana per eccellenza, Cenerentola (2015). Niente 3D, solo la semplicità della storia. Ella (Lily James) è una dolce bambina, spensierata e molto amata dai suoi genitori. Tutto scorre placidamente fino a quando non muore prima la mamma e poi il papà, ritrovandosi così a vivere con l’arrivista matrigna Lady Tremaine (una “odiosa” Cate Blanchett) e le due sgraziate figlie di lei, Anastasia (Holliday Grainger) e Genoveffa (Sophie McShera). Col passare dei giorni, da padrona di casa Ella diventa la loro serva fino a essere ribattezzata Cenerentola (poiché sporca di fuliggine).Vessata e umiliata sempre di più, la giovane ragazza inizia a dare i primi segni di cedimento fino alla classica goccia che fa traboccare il vaso. La sua perfida matrigna infatti le strappa il vestito rosa con cui voleva andare al gran ballo dove sperava di rincontrare il principe. È la fine. Ella cede alle lacrime. Il male ha vinto. Il bene è sopraffatto. Questa però è una fiaba. Ecco dunque arrivare in suo soccorso la Fata Madrina (Helena Bonham Carter). Da lì comincerà un’altra vita. Cadrà ancora ma ormai ha acquisito una rigenerata forza interiore sempre nel nome del coraggio e della gentilezza. L’amore e soprattutto la Vita trionfano. In un’epoca così travagliata, una spruzzata di magia ci vuole proprio. Il tarlo però rimane. Anche Cenerentola aveva deciso di alzare bandiera bianca ma ce l’ha fatta. Qui sul Pianeta Terra nessuno ha il potere di trasformare una zucca in carrozza né dei topolini in cavalli bianchi. Fuori dal grande schermo solo “le persone semplici” possono portare la magia nelle vite degli altri. Ma allora perché lo fanno in così pochi?

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