Cenerentola: la recensione di aleotto83

Cenerentola: la recensione di aleotto83

Piccola premessa prima di recensire il film: per accostarsi con onestà ad una favola per famiglie come questa bisogna lasciare fuori dalla sala tutto il proprio cinismo ed immergersi nella magia Disney con gli occhi del fanciullino interiore, che almeno per una sera viene ripagato da uno spettacolo delizioso in cui tutti i dettagli contribuiscono a creare una meraviglia per gli occhi e per il cuore.
Devo ammettere che quando ho sentito parlare per la prima volta del rifacimento con attori in carne ed ossa del cartone classico del 1950 avevo più di un preconcetto verso questo tipo di operazione, visto anche il disastroso risultato di “Alice in Wonderland” di Tim Burton, ma quando ho saputo che a capo del progetto era stato chiamato un professionista meticoloso come Branagh e soprattutto dopo che la presentazione del film ha provocato reazioni entusiaste di pubblico e critica al festival di Berlino, ho cambiato atteggiamento e ne ho atteso con crescente curiosità l’uscita nelle sale italiane.
In controtendenza rispetto a tanti cartoni animati e film per ragazzi degli ultimi quindici anni, “Cenerentola” mette da parte l’irriverenza e i riferimenti alla cultura pop, ma riscopre e ripropone i buoni sentimenti propri della fiaba raccontata da Charles Perrault nel Settecento, rendendola appetibile per il pubblico smaliziato di oggi senza alcuno stravolgimento, anzi invitandolo a riscoprire la centralità di un messaggio come “sii gentile e abbi coraggio” senza mai risultare stucchevole.
Nemmeno per un secondo.
Non riassumerò la trama perché è quella che tutti conosciamo bene, mi basta dire che viene arricchita dalla giusta dose di approfondimento dei personaggi, per renderli più credibili e vivi; così viene raccontata seppur con scrupoloso tatto la perdita dei genitori della protagonista, viene dato il giusto spazio alle dinamiche di corte che portano il principe a organizzare il ballo per scegliere la propria futura sposa e anche i cattivi hanno i propri trascorsi e quindi alcune ragioni per essere tali.
Perché, in termini di narrazione evoluta, non si può che parlare dell’approccio verso la matrigna di Cenerentola, anche qui vista come una spregevole arrampicatrice sociale, ma cercando anche di far capire che la sua cupidigia è il risultato della perdita dell’innocenza e di ben due mariti, amati e defunti anzitempo; la scelta vincente è stata infine quella di chiamare l’attrice premio Oscar Cate Blanchett a prestarle il proprio fascino irresistibile e l’eleganza innata.
Il valore fondamentale di questa trasposizione, vero fulcro dell’equilibrio di elementi che la rende imperdibile, è la giusta selezione degli attori che compongono il numeroso cast: la protagonista Lily James è una ragazza innocente spinta dalla propria positività nonostante tutte le difficoltà che deve affrontare, è graziosa di aspetto senza essere una bambola sexy, così come è ben collocato il sorriso smagliante di Richard Madden nei panni del principe “Kit”, monarca ben diverso dal Robb Stark che interpretava ne “Il Trono di Spade”, che sa diventare un innamorato pronto a tutto ma senza il minimo accenno alla sessualità, fortunatamente.
E devo anche riconoscere i meriti alla straordinaria fata madrina sciroccata e ansiosa di Helena Bonham-Carter, che in un cammeo di pochi minuti regala sogni sullo schermo e risate liberatorie in sala, risollevando il morale di tutti coloro che sono maltrattati ingiustamente e sperano in un intervento magico.
Quindi in questo film, anziché i fondali scenografici, sono i personaggi ad essere “tridimensionali”, grazie alla cura che è stata applicata nel riscriverli ed interpretarli.
La stessa attenzione che è stata riservata ad ogni altro aspetto della ricca produzione fin nei minimi dettagli, dai favolosi costumi di Sandy Powell alle musiche che citano la tradizione, fino alle incantevoli scenografie di Dante Ferretti, che mischia gli ambienti classici da libro di favole (la casa ed il giardino di Cenerentola) con la sontuosità della piccola reggia in stile Versailles del principe.
A mio giudizio “Cenerentola”, introdotto dall’irresistibile cortometraggio “Frozen Fever”, può rappresentare un divertimento delizioso per tutti coloro che vogliono ancora sognare e, se il tempo sembra scorrere troppo veloce verso lo scadere della mezzanotte, non temete perché non finisce qui.
La Disney infatti, visto il successo in larga misura inaspettato di “Maleficent” con Angelina Jolie e ancor di più con lo straordinario consenso ricevuto da “Cenerentola”, ha deciso di imbarcarsi nella rilettura “live-action” dei classici più amati, approfondendo le tematiche per il pubblico più preparato dei giorni nostri ma rispettandone il garbo e l’innocenza che li hanno fatti amare alle precedenti generazioni, un equilibrio incantato che solo alla casa di Topolino può riuscire.
La prossima meraviglia annunciata sarà “La Bella e la Bestia” nel 2017, con protagonista Emma Watson.

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