Immenso. Grandioso. Monumentale e non solo per le oltre 2.40 del film. Se a questo giro l’accademy opterà per la bizzarria e la surrealita’ delle black comedy allora la lotta per la statuina più ambita, ovvero miglior film, vedrà il testa a testa fra Birdman e Grand Hotel Budapest. Se invece punterà sulla qualità della forza comunicativa, sull’originalità unità alla bellezza delle immagini, insomma sulle tipiche caratteristiche del cosiddetto “filmone”, allora il finale e’ già scritto perché Boyhood straccia tutti. Non c’è storia. Non ce n e’ per nessuno. Perché e’ un’opera irripetibile sulla crescita e sul cambiamento, sulla disillusione e sulla depressione, sui fallimenti e sui riscatti, che colpisce lo stomaco, ferisce il cuore e tormenta la mente, un esperimento più unico che raro, un period movie costruito come un road movie, un lungometraggio girato per brevi periodi tra il 2002 e il 2013 sempre con lo stesso cast che vedi invecchiare davvero passo dopo passo, immagine dopo immagine, sequenza dopo sequenza. Col tempo che scandisce la storia di Mason e della sua famiglia, la sua vita che fila via dai 6 ai 18 anni, lo vedi piccolo e te lo ritrovi al college. Accompagnato dalle musiche e dalle mode degli anni 90 e dei 2000. E non contano poi gli eventi raccontati che a volte paiono slegati tra loro dal punto di vista narrativo, conta solo la metamorfosi e i mutamenti dettati dallo scorrere del tempo. L’infanzia e l’adolescenza, il fumo, l’alcool, il sesso, la fotografia, la musica, tutte le sue esperienze sbiadiscono lentamente, come i mariti ubriaconi che la madre, una Patricia Arquette da brividi, malauguratamente fa entrare nella vita del nostro. Svariati traslochi, diversi cambi di scuola e di città. L’incertezza e la instabilità come prime regole per la sopravvivenza. Sempre tutto visto con uno sguardo malinconicamente vicino alla sconfitta, con quel sapore amaro tipico delle pellicole di Cameron Crowe. E quale e’ il punto di tutta questa la vita? Come si chiede Mason a più riprese? Non c’è nessuno punto Mason. C’è solo il tempo, ineluttabile ed inesorabile, che pian piano porta via con se i sogni e le speranze, le aspettative e i sentimenti
© RIPRODUZIONE RISERVATA