Quando ti rechi al cinema per vedere un film su Biancaneve di certo non ti aspetti che questo inizi con l’inquadratura di una rosa rinchiusa in una teca (Le bella e la bestia), ne tanto meno che la storia della protagonista ricordi così da vicino quella di un’altra eroina disneyana, Cenerentola, ma passato lo smarrimento iniziale si resta piacevolmente colpiti. Nonostante i soli tre film diretti durante tutta la sua carriera, ultimo dei quali Immortals, Tarsem Singh con il suo “ Mirror Mirror” ha fatto proprio un bel lavoro.
Il film ha inizio con la Regina cattiva (Julia Roberts ), intenta a raccontare il retroscena di quella che definisce “la sua storia” e non quella di Biancaneve (Lily Collins). Esperta di magia nera questa riesce ad usurpare il trono,regnando incontrastata. Una serie di eventi destinati a mandare all’aria i suoi piani però si avviano il giorno del diciottesimo compleanno della sua figliastra che, vissuta relegata nel castello fino a quel momento, viene invitata dalla servitù ad uscire e a rendersi conto così della reale situazione dei suoi sudditi.
Sarà proprio appena fuori dalle mura che Biancaneve incontrerà il Principe Andrew Alcott (Armie Hammer) e una versione “bandita” dei sette nani.
Anche se ispirata alla favola dei Fratelli Grimm e non Disneyana, Biancaneve resta un film consigliato a tutte le famiglie. Divertente e mai volgare, nonostante la magia nera e i combattimenti siano parte integranti della pellicola, le scene sono girata e strutturate in modo che rapiscano per la loro spettacolarità senza rischiare d’impaurire lo spettatore più piccolo.
Certo è che, oltre che da un sapiente utilizzo di effetti speciali e scenografie curate di tutto punto, la buona riuscita di Biancaneve è stata determinata dalla scelta di un cast d’eccezione. Ottima la prova di tutti gli attori. L’aver recitato sotto la direzione di Clint Eastwood in J. Edgar ha di certo contribuito alla crescita artistica di Armie Hammer , che riesce ad interpretare alla perfezione anche un Pricipe Alcott in versione cucciolo, dopo essere stato stregato dalla ragina. Brava anche Lily Collins, che rende realistico e naturale il passaggio della sua Biancaneve da segregata e insicura a guerriera tenace. Come succede in tutti i film che annoverano nel cast un grande nome, anche per Mirror mirror la differenza viene fatta da una grandissima Julia Roberts. Decantare le lodi di chi vanta nella sua filmografia quarantatre titoli, tra cui capolavori come Nemiche amiche o Il rapporto Pelican , sarebbe inchiostro e tempo sprecato. Per riuscire a descrivere la Regina cattiva Robertsiana basta una sola frase : “ fa quasi paura”.
Neo di una pellicola che per un’ora e trenta va avanti in maniera originale e, senza mai stancare lo spettatore è però il finale. Biancaneve con tutti i suoi amici improvvisa un balletto per festeggiare la sconfitta della regina. Niente di male se la scena in se, particolarmente inutile in quanto la vicenda risulta essere bella che conclusa, non ricordasse il ballo della Deliranza del cappellaio matto in “Alice in wonderland.”
Tutto sommato però Biancaneve è un film che vale la pena vedere, fosse solo per sentire la regina cattiva aggiungere un ulteriore tassello al dibattito che va avanti oramai da anni : “ Specchio specchio delle mie brame o specchio servo delle mie brame?” questo è il dilemma.
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