Bel Ami – Storia di un seduttore: la recensione di Annu83

Bel Ami – Storia di un seduttore: la recensione di Annu83

La premessa è doverosa, ed è la seguente: non ho mai nemmeno preso in mano il libro di Guy de Maupassant, quindi sarebbe ridicolo e senza senso fare paragoni. Però un paio di considerazioni prettamente cinematografiche si possono azzardare.
Già di suo la storia di un arrampicatore sociale è sempre identica a sè stessa, verrebbe almeno da pretendere che la faccia dell’attore principale sia un po’ più espressiva, che sappia dare colore a un ruolo meschino e stereotipato, che quindi rischia, a prescindere, di non piacere allo spettatore. Ma nulla, Parkinson (se guardate il film capirete che non si tratta un refuso) non è in grado di fare ciò che gli si chiede. Il film scorre abbastanza rapidamente, ma certamente non grazie a lui, né alla sua “biespressività” (capacità di ottenere dal suo volto solamente due tipi di espressioni, nota di chi scrive). Tutto sembra fuori posto, le espressioni, i toni della voce, gli sguardi, le movenze. Si fa davvero fatica a non riconoscerci il figlio dei Cullen, soprattutto perché continua a digrignare i denti come lui.
Possiamo azzardare un paragone? E’ un po’ la maledizione che colpisce il nostro Scamarcio. E forse i due hanno più di quel che si pensi in comune, soprattutto la quasi totale assenza di talento recitativo (liberi di cambiare idea appena ce ne sarà l’occasione).
Il film, di suo, non è brutto, ma con un attore capace avrebbe sicuramente avuto una resa migliore. I costumi, i giochi di luce e le ambientazioni a volte luminose e spaziose e sfarzose, a volte cupe e costrette si alternano bene e aiutano anche a capire situazioni e stati d’animo. Il vampiro, invece, fallisce l’ennesima prova dopo quel “Remember me” che sembrava un bel film, fino a quando non si è mostrato al pubblico, e in attesa della prova definitiva di “Cosmopolis”. Altra possibilità quindi, ma, ad oggi, che non si lamenti se lo si identifica solo con Edward della saga di Sfigalight (e purtroppo, mea culpa, so anche di cosa stiamo parlando).
Fortunatamente, però, il film non è solo la storia di Georges Duroy, ma anche (e forse soprattutto) delle 3 donne che si invaghiscono di lui. Anche perché a Parigi le persone che contano di più sono le donne. Una bravissima Thurman nel ruolo della vedova decisa, una brava Kristin Scott Thomas che viene fatta vivere di confusione e smarrimento, e una Christina Ricci in gran forma capace di far parlare i suoi bellissimi occhi e il suo volto delicato.
Il film è uscito da una ventina di giorni, e per ora i numeri del botteghino non sorridono certamente. Con un po’ di fortuna, ma soprattutto facendo leva sul fascino (?) di Pattinson, sarà in grado di risollevarsi leggermente?

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