Autumn in Pittsburgh. Loro (Anne Hathaway e Jake Gyllenhaal) sono giovani, affascinanti e innamorati. Lui vende Viagra e Zoloft (combinazione bizzarra) per la Pfizer, perché vendere – prima di tutto se stesso – è la cosa che gli riesce meglio. Lei non vende nulla: sta a casa e tenta di rimettersi assieme una pastiglia dopo l’altra, lottando con un Parkinson precoce. La coppia perfetta: il rappresentante di farmaci e la malata cronica. Si trovano per caso, vanno a letto assieme, tentano di convincersi che è solo sesso, ma poi le cose prendono tutta un’altra strada. Che però, figurarsi, non è dritta per niente. Un quasi melò, con una punta di umorismo demenziale e un tasso erotico sopra la media. Si ride per due terzi, poi quasi ci si commuove.
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Mi piace
Il film giusto al momento giusto. Due attori bellissimi, amici nella vita e affiatati sullo schermo, entrambi sulla cresta dell’onda (la Hathaway presenterà anche gli Oscar). Corpi nudi o seminudi sempre in mostra, a testimoniare il piacere di un esibizionismo che è soprattutto slancio vitale. E il romanticismo senza tempo dei grandi amori che devono fare i conti con la malattia.
Non mi piace
Gli ingredienti sono talmente dosati che è impossibile non accorgersi di quanto la ricetta sia vecchia: non ci si sorprende mai. E il fratello pornomane di Jake Gyllenhaal è una caricatura troppo grottesca per non stonare in un film altrove molto misurato.
Consigliato a chi
Ama le storie d’amore tormentate, ma anche le commedie glam. Se poi vi piace Anna Hathaway, non fatevelo scappare: non è mai stata così bella (e così poco vestita).
Voto: 3/5
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