Venezia 80, Pietro Castellitto porta il suo nuovo film Enea al Lido: «È il mio eroe romantico»

Il regista romano torna a Venezia con una storia che combina il dramma familiare, la commedia e il crime movie e nella quale, oltre a Benedetta Porcaroli, dirige per la prima volta anche il padre Sergio

Venezia 80, Pietro Castellitto porta il suo nuovo film Enea al Lido: «È il mio eroe romantico»

Il regista romano torna a Venezia con una storia che combina il dramma familiare, la commedia e il crime movie e nella quale, oltre a Benedetta Porcaroli, dirige per la prima volta anche il padre Sergio

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Tre anni dopo la presentazione del suo esordio alla regia, I Predatori, nella sezione Orizzonti (dove vinse il premio per la miglior sceneggiatura), Pietro Castellitto torna alla Mostra del Cinema di Venezia, questa volta in concorso, come protagonista e regista della sua seconda opera Enea. 

Dopo aver riflettuto, con il mio primo film, sul rapporto tra l’alta società e il proletariato, con la mia seconda regia volevo esplorare il desiderio di sentirsi vivi – ha dichiarato il giovane Castellitto in conferenza stampa -. Enea è mosso dal bisogno di sentire dentro di sé il movimento della vita. Un sentimento che provano praticamente tutti i personaggi del film: tutti quanti vogliono sentirsi in qualche modo vivi e questo fa nascere una serie di conflitti, interiori o tra di loro“.

L’Enea interpretato da Pietro Castellitto è il figlio primogenito di una famiglia benestante romana, composta, oltre che da lui, dal padre psicologo (Sergio Castellitto), dalla madre presentatrice televisiva (Chiara Noschese) e dal fratello minore, Brenno. Oltre a possedere un ristorante di sushi, Enea è coinvolto in un traffico di cocaina insieme al suo migliore amico Valentino, interpretato da Giorgio Quarzo Guarascio. 

Foto: Daniele Venturelli/WireImage

“Il suo mondo e quello che fa potrebbero sembrare elitari e lontani dalla quotidianità – ha continuato Castellitto – ma i sentimenti che prova sono quelli che, credo, vengono provati dagli adolescenti di qualsiasi quartiere, città, paese e generazione. Volevo combattere il cliché secondo il quale le famiglie borghesi diano sempre alla luce figli nichilisti. Per me, Enea è un eroe romantico che cerca di fare i conti con la volontà di voler dimostrare le sue capacità“.

Le attività illegali di Enea creano una linea narrativa legata al crimine organizzato della Capitale, ma Castellitto ha sottolineato come non volesse cadere vittima dei luoghi comuni del crime movie, preferendo restare concentrato sulla storia dei suoi protagonisti e arrivando soltanto ad accennare al sottobosco criminale romano e alle conseguenze delle sue attività sulle persone comuni.

Sull’esperienza di lavorare al film dirigendo suo padre, Pietro Castellitto ha commentato: “Ho provato in tutti i modi a non fare un film con mio padre, ma ho capito fin da subito che il personaggio di Celeste si muoveva su una frequenza emotiva ironica che nessuno, tranne mio padre, sarebbe stato in grado di intercettare. Ero intimorito, ma una volta sul set mi sono reso conto che in una realtà formale come quella abbiamo avuto l’occasione di conoscerci meglio, in un modo che non ci era permesso dalle dinamiche familiari.”

Foto: Daniele Venturelli/WireImage

Sembra che Sergio Castellitto si sia convinto ad accettare il ruolo nel film diretto dal figlio grazie anche a un dato che lo riguarda: “Pochi giorni prima che Pietro mi proponesse il film, controllando su Internet, mi sono accorto che la mia filmografia contava novantanove titoli. Ho trovato un segno amorevole e importante il fatto che il mio centesimo film sarebbe stato diretto da mio figlio. Ho vissuto la produzione del film come quella dei novantanove precedenti, ho seguito le direttive del mio regista cercando, come ho fatto con tutti gli altri con i quali ho lavorato, di tradirle appena possibile, come ogni bravo attore dovrebbe fare”.

L’attore ha poi aggiunto: “La cosa che più mi appassiona di questo film è il modo in cui Pietro ha saputo raccontare le due diverse stagioni della vita, termine che preferisco a generazioni, che dipinge in Enea. I genitori, perbene ma crepati e falliti, e i figli, più inclini al male ma che hanno la potenza e la forza di cercare di essere ancora romantici e tragici.”

Benedetta Porcaroli, che nel film interpreta Eva, la ragazza della quale si innamora Enea, si è dichiarata felice di aver potuto prendere parte al progetto: “Mi sono affidata molto al quadro preciso e allo stesso tempo sfumato che Pietro aveva creato sulla pagina. Penso che sia un film molto emozionante e stratificato, che ci faccia vivere da vicino la storia dei suoi protagonisti e ci faccia fare i conti con la vita e diverse responsabilità, come il dover amare qualcun altro“.

Foto: Daniele Venturelli/WireImage

Tutti gli altri attori del cast presenti in conferenza stampa, tra i quali Chiara Noschese, Giorgio Quarzo Guarascio e Matteo Branciamore (che nel film interpreta Gabriel, socio di Enea) hanno elogiato le capacità registiche di Castellitto e hanno parlato di come li abbia lasciati liberi di esplorare i propri personaggi e di vivere le riprese, che si sono svolte in un ambiente molto partecipato e sereno.

In chiusura, Pietro Castellitto ha ringraziato i produttori del film, tra i quali Lorenzo Mieli (che ha dichiarato tutto il suo amore per la sceneggiatura di Enea), presente in conferenza, per la libertà che gli hanno concesso: “Sono solo al secondo film da regista, ma per questo film ho ricevuto tutti i mezzi necessari a raccontare uno spaccato tragico molto intimo come la storia che ho voluto raccontare. Credo che siano pochi i produttori nel mondo ad avere un tale coraggio”.

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Foto: Getty Images

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