Lo sciopero degli attori e delle attrici del sindacato SAG-AFTRA ha portato a parecchie defezioni sul red carpet dell’80^ Mostra del Cinema di Venezia, ma al Lido è comunque riuscita a sbarcare Jessica Chastain. L’attrice è protagonista di Memory, nuovo film di Michel Franco.
Dopo essere stato presente in Concorso con Sundown nel 2021, il regista messicano è tornato per raccontare la storia di una donna e di un uomo con diversi problemi di memoria: lei vuole dimenticare traumi del suo passato, lui è costretto a farlo a causa di una forma di demenza. Un film che, ha raccontato Franco, non è partito da questa riflessione sul tema: «Non sapevo di stare scrivendo un film sulla memoria all’inizio. Era l’incontro tra due personaggio, poi ho cominciato a capire che avevano questa unione. […] Devo dare il merito a mia sorella, è lei che mi ha detto che rispetto ad altri miei film potevo andare in una direzione opposta».
Come in Sundown, infatti, al centro c’è una crisi esistenziale. Il regista messicano non si sottrae a domande e situazioni scomode: «La mia paura è quella di perdere la testa, è questo che mi ha portato a parlare di demenza. Non ricordare da dove si viene è una buona miccia per domande stimolanti per noi sceneggiatori. C’è molto dramma intorno alla demenza, le persone voglio dimenticare che esista perché spaventa, ma chi conosce il mio cinema sa che io faccio l’opposto. Un film non dovrebbe essere solo intrattenimento» ha raccontato.
Al suo fianco, Franco aveva Jessica Chastain, presentatasi in conferenza stampa con una maglietta a sostegno dello sciopero del suo sindacato: «Ci sono persone nel mio team che mi hanno consigliato di non venire, ma sono fortunata. La nostra è una bella professione, ma spesso per questo si pensa che dobbiamo stare zitti. La SAG ha reso chiaro che un modo per supportare lo sciopero è lavorare e promuovere progetti frutto di accordi con produttori indipendenti – ha dichiarato -. Ribadiscono che gli attori meritato un giusto compenso e percentuali sui guadagni, incoraggiano altri attori a farsi avanti».
Sul suo personaggio in Memory, invece, ha raccontato di essere stata colpita dalla sceneggiatura: «Pensavo di aver capito di cosa trattasse, una sorta di dramma in risposta al Me Too. Invece ho iniziato a commuovermi per l’assenza completa di cliché, per la storia di questa donna che ha vissuto un dramma forte e crea uno scudo che esclude dal mondo lei e la figlia. Smette di vivere». L’incontro con Saul, personaggio interpretato da Peter Sarsgaard, cambia le cose: «Ricomincia a vivere, ad avere una relazione con una persona scollegata dal suo passato che la vede come una persona del tutto nuova. Michel non scrive le cose per vendere, è qualcosa che mi ha commosso ancora di più».
Sul rapporto con il collega di set, invece, la Chastain ha aggiunto: «Amo lavorare con lui. A volte un attore può cambiare la sceneggiatura o la storia per adattarla a sé, altre volte sono gli interpreti che cambiano se stessi per la storia. Lui in tutto quello che fa cambia forma». Il diretto interessato ha avuto esperienza diretta con la materia: «So quanto possa essere terribile. Mio zio era un giocatore di football, ha sviluppato una forma di demenza a causa dei traumi cerebrali. Era una persona fondamentale nella mia vita ed è stato magico che mi sia stato proposto questo film, poter interpretare una persona con demenza a 52 anni. Essere stato con lui mi ha dato tanto per la parte».
In Memory viene trattato anche il tema della violenza sessuale. Questa sera, in occasione del red carpet del film, è previsto un flash mob contro il femminicidio qui al Lido di Venezia. Jessica Chastain ha espresso così il suo pensiero sulla questione: «È un momento storico fondamentale: stiamo riconoscendo la violenza e i crimini contro le donne, accadono tutti i giorni in tutto il mondo. Il secondo passo però è rimediare: quella per la difesa delle donne è una mia battaglia, lo sento come un principio che guida tutta la mia vita. Cerco di utilizzare la mia notorietà per sostenere ambienti di lavoro sicuri e supporto la lotta contro il femminicidio, tutte le iniziative per continuare queste conversazioni all’interno della società».
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Foto: Getty Images
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