Netflix ha diffuso oggi, 3 ottobre, il trailer di Tutta la luce che non vediamo, limited series in quattro episodi diretta da Shawn Levy, in arrivo in esclusiva sulla piattaforma streaming il 2 novembre 2023.
Tratta dal romanzo del 2014 dell’autore americano Anthony Doerr, premiato con il Premio Pulitzer, la serie Tv Tutta la luce che non vediamo racconta la storia di Marie-Laure Leblanc, una ragazza francese cieca che cerca rifugio a Saint-Malo con il padre e uno zio, e di Werner, un geniale adolescente tedesco assoldato dal regime di Hitler esperto in riparazioni di radio. Tramite un segreto legame condiviso, i due giovani trovano la speranza sullo sfondo tragico della Seconda guerra mondiale.
Di seguito il primo trailer italiano:
In Italia la miniserie Netflix sarà presentata il 30 ottobre alla Festa del Cinema di Roma, anche in modalità accessibile con audiodescrizione (di cui è disponibile già il trailer). Una seconda anteprima si terrà poi a Lucca Comics & Games 2023.
A guidare il cast di Tutta la luce che non vediamo c’è l’esordiente Aria Mia Loberti. La ragazza, che stava frequentando un dottorato in retorica antica all’università della Pennsylvania, ha deciso di partecipare alle audizioni per la serie soltanto in virtù della sua passione per il romanzo originale e senza avere alcun tipo di esperienza nella recitazione. Loberti, che è cieca come il suo personaggio Marie-Laure, ha ottenuto il ruolo battendo migliaia di altre aspiranti attrici in tutto il mondo.
Accanto a lei ci sono anche Louis Hofmann nel ruolo di Werner Pfennig; Mark Ruffalo in quello di Daniel LeBlanc, padre della protagonista; Hugh Laurie nei panni dello zio Etienne LeBlanc; e ancora Lars Eidinger e Marion Bailey.
Scritta da Steven Knight, Tutta la luce che non vediamo è prodotta da Levy, Dan Levine e dallo stesso Knight.
«Ci sono molti film in costume realizzati magnificamente, ma spesso sembrano freddi ed emotivamente distaccati – dichiara il regista Levy -. Il mio obiettivo con questa serie è realizzare un period drama che sia visivamente bellissimo, ma che allo stesso tempo permetta al pubblico di avere una connessione emotiva con i personaggi e con la loro umanità».
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