Martin Scorsese è tornato a parlare nuovamente del panorama cinematografico attuale e delle dinamiche che attraversano l’industria dell’intrattenimento al giorni d’oggi, e ha riservato parole al vetriolo.
Nella serata di mercoledì 13 ottobre il leggendario regista ha preso la parola sul palco del New York Film Festival, giunto alla sua sessantesima edizione. Qui il regista ha presentato in anteprima il suo ultimo documentario, Personality Crisis: One Night Only, incentrato sulla vita di David Johansen, cantante e frontman dell’iconica band glam rock The New York Dolls.
Prima di presentare l’opera alla platea, Scorsese si è lanciato in una sentita digressione sui mali che affliggono il cinema di oggi, usando parole decisamente forti:
«Questo festival è una casa spirituale per i registi e gli artisti, il che è particolarmente importante soprattutto ora che il cinema è svalutato, umiliato, sminuito su tutti i fronti, non necessariamente per quanto riguarda gli affari, ma certamente sul piano artistico. Dagli anni ’80, c’è stato un sempre maggiore focus sui numeri, il che è abbastanza ripugnante.
Certamente il costo di un film è importante. Capisco che un film possa costare una certa quantità di denaro, e che quindi si aspettino di guadagnare almeno il costo di produzione, più qualcos’altro. L’enfasi è ora sui numeri, sui costi, il weekend di apertura, quanto ha guadagnato negli Stati Uniti, quanto ha fatto in Inghilterra, quanto ha fatto in Asia, quanto ha fatto in tutto il mondo, quanti spettatori sono andati a vederlo».
Il regista ha poi aggiunto:
«In quanto regista e persona che non può immaginare la vita senza il cinema, lo trovo davvero offensivo. ma sono consapevole che tali considerazioni non hanno posto al New York Film Festival, e questo è il punto: Non ci sono premi qui. Non dobbiamo competere. Qui siamo solo chiamati ad amare il cinema».
Non è la prima volta che il Scorsese lancia in una sentita invettiva contro alcune dinamiche del cinema moderno. Ben nota è la sua indifferenza verso i film dei Marvel Studios, che non ha esitato a definire semplicemente dei ‘parchi a tema‘ privi di ogni spessore psicologico, mentre negli ultimi giorni ha suscitato particolare clamore un articolo pubblicato sulla testata The Critic, nel quale il regista newyorkese è stato definito “un talento irregolare” e “autoindulgente“. Parole che hanno provocato una sentita difesa da parte di un altro grande regista, Guillermo Del Toro.
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Foto: Michael Tullberg / GettyImages
Fonte: IndieWire
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