L’attrice premio Oscar Jodie Foster, interprete dell’agente Clarice Sterling nel thriller da antologia Il silenzio degli innocenti, in delle sue recenti dichiarazioni pubbliche si è scagliata contro la generazione Z, parlando ai microfoni del Guardian.
La star 61enne ha riferito che «lavorare coi Gen-Z non è il massimo, sono veramente irritanti, soprattutto sul lavoro» e che a suo dire «dicono cose tipo: “Oggi non me la sento, arrivo un po’ più tardi, alle 10.30”. O mandano mail piene di errori e grammaticalmente errate, io glielo faccio notare, chiedo loro se non le hanno rilette. E loro: “E perché dovrei?” È così limitante. Si devono rilassare, non devono pensare così tanto a se stessi imparare a emergere, a inventare qualcosa che sia loro. Su quest’aspetto posso aiutarli. È molto più divertente che essere sempre protagonisti della storia, specie con la pressione che c’è adesso».
Foster ha lei stessa due figli nati tra il 1997 e 2010 e dunque perfettamente classificabili come Gen-Z, Charles e Kit, di 25 e 22 anni, e ha raccontato di aver provato a fare amicizia con l’interprete 20enne di The Last of Us Bella Ramsey, giovane donna non binaria e volto chiave della Gen Z, tra le attrici al momento sulla ribalta e di maggior successo internazionale. Ha spiegato Foster a tal proposito:
“Ci siamo presentate a un party della rivista Elle. Ci sono altri modi di essere donna, ed è davvero importante che le persone lo vedano. E Bella, che ha tenuto il discorso migliore, indossava l’abito più perfetto, splendidamente cucito, con la riga in mezzo e senza trucco. Tutte le ospiti avevano tacchi alti e ciglia finte”
Foster, che era una star bambina prima di intraprendere una brillante carriera cinematografica, oltre a riferire di trovare i Gen-Z fastidiosi, ha detto di sentirsi obbligata ad aiutare i giovani attori a trovare la loro strada “perché è stato difficile crescere“. Nello specifico, lodando Ramsey, l’ha definita un nuovo “vettore di autenticità“, affidando nelle sue mani un endorsement (e forse anche un ideale passaggio di testimone tra generazioni) decisamente non di poco conto.
Ai suoi tempi, a suo dire, era più difficile:
“Perché non eravamo liberi. Perché non avevamo la libertà. E si spera che questo sia ciò che offre il vettore di autenticità che sta accadendo: la possibilità di una vera libertà”, ha aggiunto.
La Foster, che potrebbe ricevere un’altra nomination all’Oscar per il suo ruolo in Nyad, ha parlato anche dei suoi due figli e del loro atteggiamento nei confronti delle donne. Ha spiegato che mentre ora sono “super femministi”, a un certo punto suo figlio maggiore credeva di dover essere antipatico alle donne per essere un ragazzo.
“C’è stato un momento con il mio figlio maggiore, quando era al liceo, in cui, poiché era cresciuto da due donne – tre donne – era come se stesse cercando di capire cosa significasse essere un ragazzo. ha guardato la televisione ed è giunto alla conclusione: oh, devo solo essere uno stronzo. Capisco. Devo essere schifoso con le donne e comportarmi come se fossi uno stronzo.E io ho pensato, no! Non è questo che significa essere un uomo! Questo è ciò per cui la nostra cultura ti ha venduto per tutto questo tempo.
Quando fu nominata all’Oscar per la sua rappresentazione di una vittima di abusi sessuali su minori nel film Taxi Driver di Martin Scorsese del 1976 all’età di 14 anni, aveva realizzato più film di quanti ne avesse fatti il regista. I suoi due figli li ha avuti dall’ex compagna Cydney Bernard e li ha cresciuti poi con l’attuale moglie, Alexandra Hedison.
Foto: Getty (Pascal Le Segretain)
Fonte: The Guardian
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