Reese Whiterspoon, diventata famosa con il film La rivincita delle bionde e vincitrice di un Oscar come miglior attrice per Walk the Line – Quando l’amore brucia l’anima, ha appena debuttato negli Usa su Hulu con la serie Tv Little Fires Everywhere. Per l’occasione è finita sulla cover di Vanity Fair con una lunghissima intervista in cui ha parlato di tutto, e non solo di cinema e Tv: tra i suoi successi anche Big Little Lies – Piccole grandi bugie, serie che parlava di violenza sulle donne. L’attrice ha infatti approfittato di questa occasione per raccontare i suoi inizi difficili e di come da giovane sia stata aggredita e molestata sessualmente. Queste le sue parole:
«Sì, mi sono successe cose molto brutte. Sono stata assalita, molestata. E non è stato un caso isolato. Di recente ne ho parlato con un giornalista che mi ha domandato come mai non ne avessi parlato prima. Io ho pensato che fosse interessante parlare con qualcuno che ha vissuto quelle cose e poi giudicarle per le modalità in cui decide di parlarne. Ciascuno racconta la propria storia con i suoi tempi, quando è pronto a farlo. Ma la vergogna che ha cercato di farmi provare era qualcosa di irreale, e poi ha scritto su quanto fossi egoista per non averlo raccontato prima. 25 anni fa, quando mi sono successe queste cose, la gente non era pronta ad ascoltarle, non c’erano luoghi in cui parlarne, forum o altro. I social media hanno creato oggi un nuovo modo per potersi esprimere che all’epoca io non avevo. Questa è una incredibile risorsa in termini di potenza e numeri. Penso che ci siano troppe persone pronte a giudicare e questo è un peccato perché siamo tutti alle prime armi in questi tempi moderni. Stiamo cercando di trovare la nostra identità».
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