Pierfrancesco Favino, il team di Ferrari risponde alle critiche della star italiana

Il produttore del film ha replicato alle parole pronunciate dall'attore per una polemica che non accenna a placarsi

Pierfrancesco Favino, il team di Ferrari risponde alle critiche della star italiana

Il produttore del film ha replicato alle parole pronunciate dall'attore per una polemica che non accenna a placarsi

Pierfrancesco-Favino_Ferrari

La parole pronunciate da Pierfrancesco Favino nel corso degli incontri con la stampa nella cornice del Festival di Venezia hanno catalizzato le attenzioni di vari esponenti dell’industria cinematografica.

L’attore aveva infatti espresso tutta la sua perplessità verso la tendenza delle produzioni internazionali ad affidare i ruoli di grandi icone italiane sul grande schermo ad attori ritenuti “culturalmente distanti” dai personaggi in questione.

Tra i maggiori esempi tirati in ballo nei discorsi degli ultimi giorni rientrano le incarnazioni di Maurizio Gucci vista in House of Gucci di Ridley Scott e quella di Enzo Ferrari vista nell’omonimo biopic di Michael Mann, interpretati entrambi dallo statunitense Adam Driver.

Tra i vari punti di vista espressi sull’argomento nelle ultime ore è arrivato anche quello del CEO di ILBE Group Film Productions, nonché produttore di Ferrari, Andrea Iervolino, il quale ha affidato ad una lettera la sua risposta alle argomentazioni esposte da Pierfrancesco Favino. Potete leggerne il contenuto a seguire qui sotto:

Caro Favino, negli ultimi trent’anni il cinema italiano non ha creato uno star system riconoscibile nel mondo. Restando chiuso a collaborazioni internazionali che in un mondo globale ritengo al contrario utili alla crescita del settore.

Gli altri Paesi non americani hanno avuto invece un approccio diverso e forse vincente dando vita e luce a: Banderas, Bardem, Cruz, Cassel, Cotillard, Kinnam, Mikkelsen, Schoenaerts, Kruger che sono oggi nomi internazionalmente riconosciuti con un notevole e comunque discreto valore.

In Italia al contrario proprio per valorizzare e lanciare talent italiani, bisogna fare film internazionali, inserendo nel cast un mix di attori stranieri e nostrani. Solo così i talenti italiani, che sono tantissimi e non tutti ancora scoperti, possono iniziare ad avere visibilità a livello mondiale per poi essere protagonisti di film che potrebbero costare intorno ai 100.000.000 dollari come Ferrari. Il cinema italiano deve guardare oltre il proprio Paese e mettere in campo sinergie con l’industria internazionale che vuole investire sulle icone del made in Italy

Film come Ferrari che vengono distribuiti in 150 paesi nel mondo promuovono profondamente l’Italia e il genio italiano nel mondo dando lustro e visibilità al nostro Paese. Per rilanciare il cinema italiano, quindi la produzione Made in italy e di conseguenza gli artisti devono realizzare film con storie che parlano a tutto il mondo, con star internazionali che lavorano fianco a fianco con i nostri talenti e con le nostre maestranze locali con l’unica finalità di valorizzare quanto meritano le storie italiane e gli attori italiani”.

Solo per fare un esempio in linea: nel nostro film Modigliani diretto da Johnny Deep, Riccardo Scamarcio sarà uno dei protagonisti principali, e sarà affiancato da Al Pacino e tanti altri, ma ovviamente non è un film che costa cento milioni, ha un budget molto più modesto e quindi può sperimentare una formula a cast misto che darà molta luce e visibilità a Scamarcio e a tutti gli altri attori non internazionali che faranno parte del cast.”

Cosa ne pensate delle parole di Andrea Iervolino? Fatecelo sapere nei commenti!

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Foto: Jacopo Raule/FilmMagic (Getty Images) / MovieStillsDB

Fonte: ANSA

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