Stanno arrivando su Disney+ le puntate della nuova serie basata sul ciclo di libri Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo, scritta da Rick Riordan e già adattata in parte in due film usciti tra il 2010 e il 2013. È l’occasione per esplorare le stesse storie e i miti greci da una prospettiva diversa, come dimostrato dal personaggio di Medusa.
Nel terzo episodio, l’adolescente protagonista si trova faccia a faccia con “la zia Em”: seguendo il racconto dei libri, finisce col decapitarla e usare in seguito i suoi occhi per tramutare in pietra altri nemici. Fin qui tutto canonico e regolare, ma nella serie Rebecca e Rick Riordan hanno voluto avvicinarsi di più all’originale mito greco che ha ispirato il personaggio.
Rapido riepilogo: nella tradizione, Medusa è una donna devota ad Atena che ha fatto voto di celibato, ma in seguito ha una relazione con il Dio dei Mari, Poseidone. Come molti miti greci, però, questo rapporto sessuale secondo molte interpretazioni non è stato affatto consensuale (chiedere a Zeus per maggior informazioni). Atena decide comunque di punire Medusa, rubandole la bellezza e tramutandola in una gorgone. Il racconto la vede poi decapitata da Perseo, figlio del re degli dei Zeus e di Danae.
Gli aspetti più oscuri della vicenda non sono stati ovviamente raccontati nel libro uscito nel 2005, perché come specificato da Rebecca Riordan in un’intervista a Variety, «era raccontato dal punto di vista di Percy, non dal suo». I romanzi seguono quindi la prospettiva di un bambino di 12 anni che, ovviamente, non poteva cogliere certe cose: «Non penso che avesse la capacità di decostruire il patriarcato. La guardava solo come una donna spaventosa che cercava di tramutarlo in pietra».
Affrontando la scrittura della serie tv, tuttavia, è stato deciso un approccio diverso: «È una delle prime cose di cui abbiamo parlato, non usare una lente patriarcale». Il personaggio di Medusa è quindi cambiato. Nel terzo episodio, racconta ai protagonisti e soprattutto a Percy Jackson di come sono andate le cose tra lei e Poseidone, in maniera più o meno sottile. «Se si sa di cosa si sta parlando, si capisce – ha detto lo sceneggiatore Jon Steinberg – Se si è troppo giovani per quella conversazione, non darà fastidio».
Non viene mai usato un linguaggio specifico che faccia pensare alla violenza sessuale, ma l’interprete di Medusa Jessica Parker Kennedy ha sempre avuto le idee chiare: «Jon ha scritto la storia di Medusa pensando che Poseidone fosse qualcuno di cui potersi fidare e ha violato quella fiducia. Lei si sentiva al sicuro, poi la situazione è cambiata. Ho scelto di interpretarla come una vittima di stupro e di totale abbandono, perché non capisce perché Atena se la sia presa con lei».
L’autore di Percy Jackson ha poi aggiunto: «Ci sono tante versioni dei miti antichi su cosa sia successo tra loro. Chi è da incolpare? Chi è l’abusatore? Quale è la vera storia? È finzione, ma è importante riconoscere che c’è stato un abuso in quella storia, un abuso di potere».
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Foto: Disney+
Fonte: Variety
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