Paola Cortellesi racconta La Befana vien di notte: «Vorrei diventasse un classico per bambini»

L’attrice ci parla della sua nuova, sorprendente avventura natalizia, definita un “cinecarbone” dallo sceneggiatore Nicola Guaglianone

Paola Cortellesi racconta La Befana vien di notte: «Vorrei diventasse un classico per bambini»

L’attrice ci parla della sua nuova, sorprendente avventura natalizia, definita un “cinecarbone” dallo sceneggiatore Nicola Guaglianone

La Befana vien di notte: la conferenza stampa

Paola è una maestra di scuola elementare con un enorme segreto da nascondere: di giorno è bella e radiosa, mentre di notte, contro la sua volontà, si trasforma improvvisamente nella mitica Befana. È lo spunto folle, fantasioso e tutto da scoprire al centro de La Befana vien di notte, produzione Lucky Red con Rai Cinema che regalerà al pubblico italiano delle feste (a partire dal prossimo 27 dicembre) una Paola Cortellesi inedita, a cavallo della scopa e alle prese con le calze per i bambini da riempire di dolciumi nella notte del 6 gennaio.

Dopo il successo dello scorso anno di Come un gatto in tangenziale la popolare comica e attrice, una delle regine incontrastate del box-office italiano degli ultimi tempi, si è sobbarcata una nuova elettrizzante sfida, sottoponendosi a lunghe sessioni di trucco per incarnare la Befana e rivolgendosi direttamente all’immaginazione dei più piccoli, per i quali la vecchina dalle “scarpe tutte rotte” è ancora oggi una figura fondamentale e irrinunciabile.

La Befana vien di notte

La sua Befana è investita di un superpotere senz’altro faticoso, che la costringe a una doppia vita in piena regola. Un grande potere dal quale derivano, come di consueto, enormi responsabilità. «In generale tutte le donne sono supereroine, perché riescono a fare delle cose incredibili in poco tempo – dice la Cortellesi presentando il film – Il mio personaggio le rispecchia appieno. I bambini sono al centro di questa storia e del racconto principale che abbiamo voluto mettere in piedi, dato che i giovani protagonisti, nel corso della loro incredibile avventura sulle orme della Befana, cominciano ad apprendere come ci si comporta in gruppo e come si lavora in società. Sperimentano il monito della maestra secondo il quale si vince solo se si fa gioco di squadra.»

«Con questo film voglio alimentare i sogni dei bambini, sarebbe bello se diventasse un classico per l’infanzia. Si fanno pochi film di genere dedicati ai più piccoli in Italia e i bambini devono continuare a sognare, oggi più che mai – continua la Cortellesi – Spero lo vedano in tanti, mi auguro che resti e che rimanga nell’immaginario collettivo. In altri paesi il cinema per l’infanzia è delegato soprattutto all’animazione, mentre questa è una storia live action e dunque ha un sapore diverso, speciale. Mi piace pensare che queste festività offriranno al pubblico una piccola rivoluzione natalizia, allo stesso tempo family e femminile. Mi hai figlia che è molto piccola mi ha chiesto se la Befana vedrà il film e cosa ne penserà, capirete la difficoltà della mia situazione…».

Il film, come lasciato intuire dalla Cortellesi, è un teen movie in piena regola, con una banda di ragazzini in bicicletta che dovranno salvare la propria insegnante, prigioniera di un segreto ingombrante e invischiata in una situazione di estremo pericolo. Dietro l’idea del film c’è lo sceneggiatore più influente del cinema italiano recente, Nicola Guaglianone, autore del soggetto e della sceneggiatura e a tutti gli effetti la mente di quest’operazione: «Personalmente amo quando penso alle storie e trovo delle contaminazioni tra genere diversi. La Befana è uno dei primi supereroi della nostra infanzia e volevo unire l’immaginario dei film americani anni ’80 dei Goonies e dei Gremlins, che da nato negli anni ’70 ho vissuto in prima persona, per contaminarlo con una figura di culto della tradizione popolare italiana. La rivalità tra Babbo Natale e la Befana, però, è tutta farina del sacco di Paola!».

Dietro la macchina da presa c’è invece il regista cinematografico e televisivo Michele Soavi (Dellamorte Dellamore), con un passato radicato nel cinema di genere: un vissuto che l’ha reso una scelta naturale per questo progetto, fortemente connesso a degli elementi che attingono al regno del fantastico e degli effetti speciali. «L’Italia ha perso per strada il cinema di genere, negli anni in realtà abbiamo smarrito molte cose. In tv ho raccontato storie importanti ma la mia vera passione rimane il cinema di genere, ormai dominato esclusivamente dagli americani. Questo piccolo film l’abbiamo fatto con amore e con passione e speriamo che non possa rappresentare un nuovo inizio.»

Menzione speciale, in chiusura, per il villain interpretato da Stefano Fresi, il funambolico e perfido Mr. Johnny, col quale Guaglianone dopo lo Zingaro de Lo chiamavano Jeeg Robot conferma il suo inesauribile amore per i cattivi da fumetto: un misterioso produttore di giocattoli assetato di vendetta al quale la Befana, oltre vent’anni prima, ha rovinato l’infanzia. «Oltre ai cattivi di Bond e a La fabbrica di cioccolato di Tim Burton aggiungerei anche lo Stregatto tra i miei riferimenti – dice l’attore di Smetto quando voglio – Fare questo personaggio è un sogno, anche è difficile perché voler male alla Cortellesi anche solo per finta!».

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