La notizia non sorprenderà probabilmente molte persone, ma è stato ufficialmente annunciato che la tragedia del Titan, il sommergibile della OceanGate imploso a giugno 2023 in un viaggio verso il relitto del Titanic, provocando la morte di 5 persone, sarà adattata in un film.
Stando a quanto riportato da Deadline, a occuparsene sarà la MindRiot Entertainment, casa di produzione che si è già assicurata i diritti per una docuserie. A quanto pare, però, l’intenzione è sfruttare al massimo la storia con una fiction. Dai primi dettagli, emerge che a co-produrre il film sarà E. Brian Dobbins, che ha lavorato su serie come Black-ish e la commedia nera americana The Blackening.
A scrivere il progetto saranno Justin MacGregor e Jonathan Keasey. Secondo quanto riportato dalla fonte, il progetto coprirà i giorni prima, durante e dopo la tragedia del 18 giugno che ha portato ad una maxi ricerca condotta da Stati Uniti e Canada. Sul piccolo sommergibile erano presenti non solo l’esperto del Titanic Paul-Henri Nargeolet, i turisti Hamish Harding, Shahzada Dawood e il figlio Suleman, ma anche il CEO di OceanGate stessa, Stockton Rush.
I resti del Titan sono stati trovati il 22 giugno, nella stessa zona in cui sono presenti quelli del Titanic. Una coincidenza che ha spinto molti a chiedere un commento proprio a James Cameron, molto critico nei confronti di questo tipo di operazione. Il regista è un esperto di immersioni e secondo lui quella della OceanGate non era un’impresa sicura. Le sue parole, ovviamente, hanno scatenato la polemica.
«La tragedia del Titan è un altro esempio di un sistema disinformato ma rapido ad agire, come è stato in questo caso il ciclo mediatico ininterrotto, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, che condanna e rovina la vita di così tante persone senza alcun giusto processo» ha detto Keasey, avvocato abilitato diventato anche regista. Il film, ha aggiunto, «non solo onorerà tutte le persone coinvolte nella tragedia del sommergibile e le loro famiglie, ma fungerà da mezzo per affrontare anche più in generale la preoccupante natura dei media oggi».
Foto: MovieStills
Fonte: Deadline
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