Moonryde, il cecchino di San Cesareo al Best Movie Comics & Games: «Sono un bro player»

Come si diventa uno degli streamer e gamer più seguiti in Italia? Ce lo svela Dario Ferracci all'evento che festeggia i vent'anni della rivista

Moonryde, il cecchino di San Cesareo al Best Movie Comics & Games: «Sono un bro player»

Come si diventa uno degli streamer e gamer più seguiti in Italia? Ce lo svela Dario Ferracci all'evento che festeggia i vent'anni della rivista

moonryde best movie comics and games

Il secondo giorno del Best Movie Comics and Games, l’evento organizzato per celebrare il 20° compleanno della rivista di riferimento per il cinema e l’entertainment pubblicata da Duesse Communication, si apre all’insegna del mondo del gaming. Il grande ospite è lo streamer e gamer Dario Ferracci aka Moonryde.

«Mi definisco un bro player, non un pro – ha detto ai fan presenti al Superstudio Più di Milano – Loro fanno ore e ore di allenamento fuori dallo streamer, il mondo dei videogiochi non è soltanto stare seduti col mouse e il pad. A livelli pro ci sono circuiti fatti apposta che sono molto difficili». Diverso invece il suo caso: «Ho la fortuna di giocare a un gioco, Call of Duty, che permette di non fare sessioni così pesanti, almeno nel battle royal. Gioco tanto, non mi sminuisco: 50 e 50, la via di mezzo è sempre quella giusta».

Gli inizi del cecchino di San Cesareo, come è conosciuto nell’ambiente, partono da lontano: «Il primissimo gioco è stato Overboard, poi God of War, che gira ancora per tutto il mondo perché l’ho prestato a mio cugino e lui l’ha dato a qualcun altro, ormai è andato». Dopo aver iniziato gli studi in economia, ha diviso la sua vita tra il lavoro in un negozio di abbigliamento e l’attività da videogamer e content creator: «Ho iniziato il 24 dicembre 2015, alle 10.30, poi ho cominciato con League of Legends, a entrare nel mondo di Twitch». 

Moonryde ha capito di “avercela fatta” dopo un grande evento di cambio mappa di Warzone: «C’erano quasi 100.000 persone. Da dietro la camera non ci dai peso, poi elabori e capisci che è tanto. Una cosa seria, inimmaginabile». Gran parte del merito sta nel modo in cui Dario ha saputo fidelizzare la propria community, con termini come papagna, big bro e tanto altro: «Cerco di rendere la community accessibile a tutti. Alla fine è quello: far parlare anche al di fuori, magari uno che non mi segue più vede uno con la maglietta e gli vengono bei ricordi» ha detto al Best Movie Comics & Games.

Nel suo percorso, anche qualche momento difficile, come il burnout del 2019: «Abbiamo avuto un periodo bellissimo con il gioco, poi purtroppo era difficile trovare i fondi in Italia, il settore è in crescita ma è va indirizzata bene. Abbiamo avuto questa esplosione bella, finiti i fondi… Io e l’altro ragazzo [Wolf Il Lupo, ndr] ci siamo resi conto che avevamo passioni diverse, lavoravo, sono arrivato a un punto in cui mi sono detto o faccio una cosa o ne faccio un’altra. Se non ci provo, dopo aver lavorato 6-7 anni… Mi sono lanciato, anche se mi remavano tutti contro». Il karma, nel suo caso, ha fatto un giro totale: dopo aver consegnato il curriculum in un negozio di abiti eleganti, ha casualmente trovato qualcuno interessato a investire nel suo progetto ed ha così ripreso l’attività di streaming. «Sono montagne russe – ha sottolineato – devi esserne consapevole, umile e coi piedi per terra. Sia mai che succeda qualcosa… ma neanche a pensarci troppo. Male che vada, va bene dico sempre».

In questo ultimo periodo, molto bene a quanto pare: la linea di abbigliamento Moonryde, i primi ruoli nel doppiaggio nel film film Disney Pixar Red (dove dà voce a Aaron Z., uno dei membri della boy band 4*Town) e – a breve – finalmente anche un gioco su cui sta lavorando da molto tempo. «Si chiamerà Temperia: Soul of Majestic, è un gioco di carte ispirato a quello interno di Final Fantasy VIII, ma più competitivo. La sua unicità è che è il primo gioco a carte scoperte: easy to learn, hard to master».

Tante attività che hanno contribuito a rendere Moonryde una piccola azienda, come si è definito lui stesso rispondendo ad una domanda sull’origine dei suoi guadagni: «In live evito di rispondere, ma è un settore che è forse è di raccontare. Dal 2015 al 2020 guadagnavo dai 100 ai 200 dollari al mese: non lo facevo per la retribuzione, ma perché passione. Poi quando cresci ti accorgi che diventi una vera e propria azienda, si guadagna tanto; brand di sponsor, Youtube, il marchio, si attinge a tante risorse. Twitch a volte è secondario».

Sarà proprio questa passione a guidarlo nei prossimi anni: «Vorrei streammare sempre – ha detto Moonryde circa il suo futuro – Vorrei investire nel settore, magari creare un team esportivo. Qualcosa di più autonomo, un eco-sistema che a un certo punto magari è difficile da far girare, ma piano piano va. Vorrei anche creare giochi da tavolo. Se mi metto in testa una cosa la faccio, poi magari esce storta, ma la faccio».

Al termine del panel, Best Movie ha sorpreso il cecchino di San Cesareo consegnando il premio del ventennale per il gaming, riconoscimento ad un talento fuori dal comune nel seguitissimo e sempre in crescita mondo dei videogiochi e dello streaming italiano.

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