Al 76esimo Festival di Cannes è stato presentato in Concorso May December, il nuovo film di Todd Haynes. Le protagoniste della storia sono l’attrice Elizabeth (Natalie Portman), che si reca nel Maine per incontrare e conoscere da vicino Gracie (Julianne Moore, alla sua quarta collaborazione con il regista), la donna che dovrà interpretare nel suo prossimo film, la cui vita amorosa ha acceso l’attenzione morbosa della stampa scandalistica e catturato i riflettori vent’anni prima.
Il titolo fa riferimento a un’espressione idiomatica inglese per indicare proprio una relazione con una differenza d’età, come spiegato da Todd Haynes in conferenza stampa (“In Francia lo chiamano Macron“, ha scherzato il regista). Gracie era stata infatti incriminata per la relazione con un partner minorenne di nome Joe, tredicenne all’epoca del loro legame e interpretato da Charles Melton (in sostanza, parafrasando il modo di dire, Gracie era il “dicembre” del “maggio” Joe).
«Il mio personaggio è qualcuno che trasgredisce, e come lo affrontiamo? Quando l’età è inappropriata? Quando le persone si trovano in luoghi diversi dal punto di vista dello sviluppo. In questo film vedi le trasgressioni di Gracie così come quelle di tutti gli altri e sembra così pericoloso perché non sai dove siano i confini di nessuno, è spaventoso. Questo è ciò che Todd ha catturato così magnificamente», ha detto Julianne Moore in conferenza stampa.
Haynes, dal canto suo, ha aggiunto in proposito: «Ci sono aspetti problematici su come sia iniziata questa relazione, che alla fine porta a un conflitto. Eppure questo è complicato dal fatto che questa relazione è durata. Sì, c’è disparità di età, ci sono trasgressioni umane, ma sono opportunità per guardare noi stessi e la cultura in cui viviamo. Per alcuni dei miei film, questo è stato un argomento ricorrente».
È stata Natalie Portman a inviare inizialmente la sceneggiatura di Samy Burch a Haynes nel 2020. L’attrice ha detto alla stampa: «La visione di Todd del lato oscuro che si cela sotto questo idillio americano ha quella capacità di creare tensione e dramma con tratti molto sottili. È incredibile far parte di un film come questo, che ha due personaggi femminili complessi pieni di deliziosi conflitti». E Haynes ha ricordato: «Sono rimasto immediatamente affascinato dal suo modo sobrio di osservare questa storia».
Moore ha spiegato ancora: «Sento di capire Todd, vedo il suo punto di vista. Mi sento così fortunata ad aver avuto questa collaborazione creativa, è qualcosa che desideri come attore, è incredibile e commovente per me, te ne sarò per sempre grata». Parole cui Haynes ha risposto: «Imparo delle cose guardando Julie in ogni singolo film che facciamo insieme. Avere lei, che mi conosce e sa quello a cui sto pensando, crea una strana relazione con il film: c’è sempre qualcosa che non riesco nemmeno a determinare».
Portman ha fatto riferimento anche alla differenza di trattamento tra uomini e donne a Cannes, dove queste ultime sono obbligate a portare i tacchi sul tappeto rosso: «Sono i diversi modi in cui ci si aspetta che noi donne ci comportiamo a questo festival rispetto agli uomini – come dovremmo apparire, come dovremmo comportarci – le aspettative sono diverse. Il modo in cui ti influenza, sia che tu ci stia accettando o rifiutando, o facendo qualcosa a metà strada – ti rende definito dalle strutture sociali che ti vengono messe addosso». Sul tema Moore ha detto: «Le donne non sono un gruppo di minoranza. Siamo il 50% della popolazione. Quindi è importante essere trattate come tali».
Foto: Getty (Samir Hussein/WireImage)
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