Intervistata da Rolling Stone in occasione del 20° anniversario del film Lost in Translation – L’amore tradotto, la regista Sofia Coppola ha rivelato un particolare su cui oggi, a distanza di anni, ha un’opinione conflittuale. Si tratta della differenza di età tra i due protagonisti, Bill Murray e Scarlett Johansson: il primo, infatti, aveva cinquant’anni al momento delle riprese, mentre Johansson ne aveva appena 17.
In Lost in Translation, i due attori interpretano rispettivamente Bob Harris, una star del cinema americano in declino che sta attraversando una crisi di mezza età, e Charlotte, una giovane neolaureata a Yale che è ansiosa riguardo al suo futuro e al suo matrimonio con John, un fotografo. I due si incontrano in un lussuoso albergo di Tokyo, dove stringono un legame di amicizia.
La considerevole differenza d’età tra i due personaggi è stata spesso criticata, e la stessa Johansson ha parlato più volte della sessualizzazione a cui era soggetta alle origini della sua carriera: «Dopo Lost in Translation e La ragazza con l’orecchino di perla – ha raccontato nel 2022 – ho iniziato a interpretare “l’altra donna“, l’oggetto del desiderio e improvvisamente mi sono ritrovata in un vicolo cieco. Non riuscivo a uscirne».
Nell’intervista, Sofia Coppola ha riconosciuto la controversia, ammettendo che la sua prospettiva sulla differenza di età è cambiata con gli anni, soprattutto riguardando il film insieme ai suoi figli. Tuttavia, ha ribadito la regista, si trattava di un elemento importante collegato alla tematica principale della storia:
«Ho fatto vedere Lost in Translation ai miei figli qualche anno fa quando siamo andati a Tokyo. Non lo rivedevo da un po’ di tempo, e loro hanno subito chiesto: “Come mai lei è così giovane e lui invece è più vecchio?”. Ho fatto questo film quando avevo più o meno l’età di Scarlett e non ci avevo riflettuto molto. Ma è stata la cosa che loro hanno notato di più».
«Non so. Preferisco non pensarci. All’epoca, stavo semplicemente facendo ciò che volevo. L’ho notato ora, perché i miei figli sono teenager e hanno subito domandato: “Ma che senso ha?”. Ma Bill è così adorabile e affascinante in quel ruolo. La storia parla di come si possa avere una connessione romantica che non è necessariamente fisica o sessuale. Puoi essere attratto da qualcuno senza che si sviluppi necessariamente in quel senso. L’idea era: a volte hai una connessione con qualcuno, ma non puoi starci insieme per vari motivi, perché magari siete in due momenti differenti della vita».
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