Lorenzo Zurzolo, giovane stella del cinema italiano classe 2000, si è raccontato ieri pomeriggio, 11 giugno, in un talk con il pubblico del Best Movie Comics & Games, moderato dalla giornalista, influencer e content creator Marta Perego.
«Riguardo la pubblicità con Totti, dopo il provino mi presero e sono stati due giorni fighissimi sul set con il mio idolo – ha precisato poi – Chiesi a mia madre di portarmi ancora sul set e continuare. Il primo film che ho fatto a 12 anni è Una famiglia perfetta di Paolo Genovese, e sono entrato nella compagnia Piccoli per caso, prima compagnia teatrale di attori minorenni in Italia. Questo fino ai 18 anni, quando ho fatto il primo provino per Baby, che mi ha lanciato».
Uno dei primi a credere in lui fu un gigante della cultura e del teatro italiani, come lui stesso racconta. Avvenne proprio nell’ambito di quelle esperienze teatrali da bambino, che porteranno a un endorsement di assoluto maestro e gran visir del palcoscenico. «Giorgio Albertazzi disse che avrei fatto strada, ma all’epoca ero troppo piccolo per rendermene conto. Tuttavia, anche se avevo pochissimi anni, vederlo in scena, come ci stava e come recitava è stato pazzesco».
Riguardo il suo futuro Zurzolo aggiunge di voler continuare a recitare: «Mi ero iscritto a marketing, perché mia mamma entrava in stanza urlando dicendo che non facevo nulla tutto il giorno e intimando di iscrivermi all’università, ma girando Baby era difficile conciliare, per cui ho deciso di concentrarmi per bene sulla recitazione».
Una domanda su quante affinità ci sono, secondo lui, tra il Zurzolo della vita reale e il suo personaggio nella serie con Benedetta Porcaroli e Alice Pagani è il pretesto per una riflessione più ad ampio raggio. «Se ho qualcosa in comune con Niccolò di Baby? Pure io, come lui, tendo a fare il fico nascondendo le mie fragilità. In ogni caso siamo una generazione che vuole riscrivere le regole e le piattaforme hanno dato molti ruoli a noi ragazzi. Prima potevi fare il piccolo ruolo in Don Matteo, o il figlio di in quell’altra serie, ma il range di scelta era molto limitato. Mentre ora ci sono serie per giovani, su giovani, scritte da autori giovani. In ogni caso, per quanto mi riguarda, la cosa fondamentale è fare delle esperienze senza che queste ti definiscano».
Per il film Morrison di Federico Zampaglione, in cui interpretava un giovane musicista, Lodo, Zurzolo ha anche scritto la canzone, Cerotti, che fa da pilastro della colonna sonora e al BMCG23 ci ha spiegato nel dettaglio il processo creativo dietro questo pezzo e come si è svolto, “complice” il lockdown per la pandemia da Coronavirus: «Da bambino suovano il pianoforte e so leggere la musica. Incontrai Federico e ci trovammo subito. Lui mi regalò una chitarra. Per cui poi, con il Covid, per tutta la quarantena mi è rimasta, totalmente a caso, la chitarra dei Tiromancino a casa, e ho imparato a suonarla coi tutorial di YouTube, andando abbastanza in fissa. Una sera avevo bevuto una birra in più e senza pensarci di getto ho scritto questa canzone, con questi accordi. Timidamente ho chiesto a Federico se poteva funzionare, registrandola col telefono. Lui entusiasta: “Bomba, fraté, ci lavoriamo ci lavoriamo”. Abbiamo cambiato le parti del testo con delle cose che potevano funzionare più per Lodo, il personaggio del film, che per Lorenzo».
Zurzolo è stato anche tra gli ospiti della scorsa notte degli Oscar, in quanto attore, in un piccolo ruolo, di uno dei film candidati all’Academy Award come miglior film internazionale, ovvero EO del maestro polacco Jerzy Skolimowski. «Alla laurea di mia sorella mia nonna mi disse che avrebbe accompagnato anche me quando mi sarei laureato. Io invece le ho risposto: no, nonna, mi accompagnerai agli Oscar! – scherza l’interprete – Sul set Isabelle Huppert è stata fantastica nel mettermi a mio agio, penso che fare una settimana di set con lei equivalga a un anno di scuola di recitazione perché è assolutamente incredibile. Poi a cena lei e Skolimowski mi raccontavano storie leggendarie di festival e aneddoti su giurie a Cannes in cui si litigava tantissimo e ci si tirava i bicchieri in testa».
Riguardo la sua esperienza agli Oscar, Zurzolo conclude: «Andandoci succede che ti ritrovi fianco a fianco ai tuoi idoli che vedevi sempre da bambino. Io per esempio sono andato in bagno e ho beccato Colin Farrell che si lavava le mani, poi a una festa ho incontrato Miley Cyrus, che ho anche conosciuto grazie a un’amica in comune, ho visto una bionda che l’abbracciava da dietro ed era Paris Hilton. Alla fine ti senti parte di questa cosa, perché sei lì con loro».
Foto: ©️ Tommaso Prinetti/Matteo Milillo/Best Movie Comics and Games
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