La società della neve, cosa fanno oggi i sopravvissuti del Disastro delle Ande? La verità oltre il film Netflix

Dei 16 che ce l'hanno fatta, 14 sono ancora in vita e 3 di loro sono stati a Venezia per l'anteprima mondiale del film diretto da J.A. Bayona.

La società della neve, cosa fanno oggi i sopravvissuti del Disastro delle Ande? La verità oltre il film Netflix

Dei 16 che ce l'hanno fatta, 14 sono ancora in vita e 3 di loro sono stati a Venezia per l'anteprima mondiale del film diretto da J.A. Bayona.

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Da qualche giorno è disponibile su Netflix il film La società della neve, intenso dramma che racconta nuovamente la storia del Disastro aereo delle Ande avvenuto nel 1972. Dopo lo schianto del volo diretto a Santiago del Cile, risalente al 13 ottobre di quell’anno, solo 16 persone sono riuscite a sopravvivere ed essere salvate dopo 72 giorni di freddo e fame. Una vicenda terribile da vivere sul grande o piccolo schermo, ma che stimola la curiosità e l’interesse: che cosa fanno oggi i sopravvissuti?

Delle 16 persone salvate dopo il disastro del volo 571 dell’aviazione militare uruguaiana, 14 sono ancora vive. All’appello mancano solo Javier Methol, il più anziano tra il gruppo protagonista della vicenda all’epoca dei fatti e passato a miglior vita nel 2015 a causa del cancro, e José Luis Inciarte detto Coche, morto nel 2023 sempre a causa di un tumore. Tutti gli altri sono vivi e, come testimoniato da immagini ufficiali, ogni anno il 22 dicembre si ritrovano per celebrare il giorno in cui sono stati salvati.

 

 
 
 
 
 
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A condividere la foto è uno dei membri più in vista tra i sopravvissuti del disastro delle Alpi, vale a dire Nando Parrado. Assieme a Roberto Canessa, è colui il quale è riuscito a scalare la montagna e dopo una durissima marcia durata dieci giorni si è imbattuto in qualcuno che ha lanciato l’allarme e permesso di salvare gli altri sopravvissuti protagonisti della vera vicenda e del film La società della neve. Parrado e Canessa, insieme a Carlos Páez Rodríguez, hanno anche partecipato al red carpet e all’anteprima mondiale del film durante l’ultima Mostra del Cinema di Venezia, a settembre 2023.  

Il racconto diretto da J.A. Bayona è un adattamento del libro di Pablo Vierci, ma molti dei sopravvissuti stessi hanno scritto libri sul Disastro delle Ande. Nando Parrado ha pubblicato Miracle in the Andes: 72 Days on the Mountain and My Long Trek Home nel 2006, mentre Roberto Canessa, che nel 1994 si è anche candidato come Presidente dell’Uruguay senza tuttavia vincere le elezioni, ha risposto nel 2016 con I Had to Survive: How a Plane Crash in the Andes Inspired My Calling to Save Lives; Pedro Algorta, laureatosi in economia a Stanford, nel 2016 ha scritto Into the Mountains: The Extraordinary True Story of Survival in the Andes and its Aftermath, mentre nel 2019 sono usciti Out of the Silence: After the Crash di Eduardo Strauch e anche Carlitos Páez: After the Tenth Day. Curiosamente, ne La società della neve Páez è stato interpretato da suo figlio Carlos.

Crediti: Elisabetta A. Villa/Getty Images

Molti degli altri sopravvissuti hanno vissuto la loro vita lontano dai riflettori. Adolfo “Fito” Strauch, fratello di Eduardo, è diventato un agricoltore padre di quattro figli; Daniel Fernández, professore di agricoltura, non ha parlato di quanto accaduto per 30 anni, prima di unirsi al gruppo di sopravvissuti che continua a offrire la propria testimonianza su quei tragici eventi; Roberto “Bobby” François si è ritirato a vita privata, senza mai scrivere nulla o partecipare a nessun documentari sul disastro delle Ande.

E ancora: Ramón “Moncho” Sabella è diventato un uomo di affari e ha speso parte della sua vita ad Asunción, Paraguay, ed è stato tra coloro che hanno parlato con i sopravvissuti del disastro minerario del 2010 a Copiapó; di Roy Harley si sa poco, se non che si è sposato nel 1978 e ha preso parte con altri a diversi documentari; Alfredo “Pancho” Delgado, ovvero colui che ha convinto Numa Turcati (il narratore di La società della neve) a unirsi al viaggio, è diventato uno speaker motivazionale che ha parlato spesso degli aspetti religiosi del cannibalismo al quale ha preso direttamente parte; Antonio “Tintin” Vizintín ha studiato legge ed è diventato vide presidente dell’unione rugy dell’Uruguay, oltre che Administrative Board Member della Fondazione Viven; Gustavo Zerbino è diventato invece Direttore e CEO dell’Uruguayan Rugby Federation, carica che ricopre ancora oggi; Álvaro Mangino ha contribuito al libro Alive: The Story of the Andes Survivors di Piers Paul Reed, ma oltre a questo ha vissuto una vita appartata e tutt’ora vive a Montevideo.

Tutti loro, come detto, non hanno mai dimenticato i compagni caduti nella tragedia raccontata da Alive, La società della neve e tanti altri importanti titoli. 

Foto: Netflix

Fonte: Instagram

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