Una delle tradizioni ormai immancabili delle festività di fine anno è sicuramente la classifica annuale del sempre bizzarro ed eccentrico John Waters, regista di Pink Flamingos e amatissimo Re del Trash cinematografico.
Pubblicata su Vulture, la sua top 10 del 2023 è dominata da Beau Is Afraid di Ari Aster, che si piazza in prima posizione a conferma delle scelte sempre stravaganti del cineasta statunitense, e al suo interno troviamo anche Il maestro giardiniere di Paul Schrader, Oppenheimer di Christopher Nolan, oltre ai nuovi film di Pedro Almodóvar, Aki Kaurismäki, Radu Jude e Catherine Breillat e a un film troppo poco considerato altrove, ovvero il francese Full Time – Al cento per cento (À plein temps), diretto da Éric Gravel, con protagonista Laure Calamy e distribuito in Italia dal 31 marzo 2022 da I Wonder Pictures, dopo il passaggio nella sezione Orizzonti a Venezia 2022, dove vinse due premi: miglior regia e migliori interpretazione femminile.
La classifica di Waters è apparsa sulle colonne di Vulture e ve la presentiamo di seguito, in versione integrale e corredata dalla traduzione dei commenti di Waters, la cui top ten fa ovviamente riferimento alle date d’uscita americane dei singoli titoli.
“Quando la maggior parte delle persone sente il mio nome, pensa alla città di Baltimora, dove vivo ancora. Ma pochi sanno che ho tenuto un appartamento segreto a New York per oltre tre decenni. Perché? Per vedere film stranieri incasinati con della nudità frontale: ecco perché. Ecco cosa dovresti guardare quest’anno: non a casa, ma in un cinema d’essai di Gotham con il prezzo del biglietto intero”.
“Un film lunghissimo, super folle e super divertente sul crollo mentale di un uomo con un cast migliore de Il giro del mondo in 80 giorni: Joaquin Phoenix, Patti LuPone, Parker Posey, Nathan Lane e Amy Ryan. È una risata infernale che non dimenticherete mai, anche se lo desiderate”.
“Non ne hai mai sentito parlare, ma non avevo mai sentito parlare nemmeno di Super Mario Bros. quando è uscito, quindi ecco. Un film gay molto improbabile su un contadino gerontofilo e i suoi due vecchi amanti che muoiono senza una ragione apparente se non quella di essere “imbarazzati dalla giovinezza e dalla bellezza”. È sporco come la terra. I ca**i si trasformano in creature mitiche; gli uomini ululano come cani. Lento, inquietante e poeticamente incasinato. In altre parole, perfetto.”
3. The Master Gardener (Paul Schrader)
“Un altro film erotico con protagonista il giardinaggio, questa volta in chiave nazi-sadomaso e Sigourney Weaver nella migliore interpretazione dell’anno nei panni di una sugar mam con un cuore per la vendetta.”
4. À plein temps (Éric Gravel)
“Un thriller estenuante, emozionante quanto Il braccio violento della legge, su una normale lavoratrice alberghiera madre single e sulla sua possibilità di arrivare in orario al lavoro a Parigi durante uno sciopero dei trasporti pubblici. Credetemi: è geniale.”
5. L’Été dernier (Catherine Breillat)
“La storia devastante e perniciosa di un avvocato francese che si occupa di minori vittime di abusi che si innamora del suo stesso figliastro minorenne, interpretato da Samuel Kircher, che dà del filo da torcere al protagonista di Morte a Venezia. Era dai tempi di Paul Morrissey e Joe Dallesandro che non si vedeva un legame regista-star così rovente”.
“Stanno meglio i bambini rumeni con un pedofilo maschio nascosto, che non agisce mai apertamente ma mostra loro amore, o con i loro cattivi padri etero e adulti che li costringono ad agire da “cattivi” e “duri”? Non c’è da stupirsi se infuriano polemiche sulla realizzazione del film. Tutto quello che so sono due cose: il film è fantastico e sono felice di non essere una regina dei polli (nello slang omosessuale, un omosessuale interessato agli uomini che appaiono molto più giovani di lui, ndr).”
7. Fallen Leaves (Aki Kaurismäki)
“Un altro impassibile melodramma finlandese da camera di uno dei più grandi autori del mondo. Un operaio alcolizzato e la solitaria commessa di un supermercato si incontrano per caso e faticano a innamorarsi. È triste, è breve, è bello e non manca nulla. Chiamatela semplicemente Un-magnificent Obsession. State zitti e amatelo”.
8. Strange Way of Life (Pedro Almodóvar)
“Un nuovo sguardo piacevolmente non ironico alla memoria, alla lussuria, alla famiglia e al senso di colpa dei cowboy gay che dimostra che il sangue è più denso dello sperma.”
9. Oppenheimer (Christopher Nolan)
“Merita l’Oscar per essere un film d’azione intelligente, ad alto budget, costellato di star, sulla parola.”
10. Do Not Expect Too Much From the End of the World (Radu Jude)
“Un capolavoro rumeno di due ore e 43 minuti esasperatamente radicale, noioso, scandalosamente ripetitivo, in cui passiamo troppo tempo chiusi nell’auto di un’assistente fiduciosa, trasandata, maniaca del lavoro che mastica gomme per una compagnia cinematografica mentre svolge le sue faccende. Quando ho finito di guardare il film, ero abbastanza sicuro che non mi piacesse, ma quando mi sono svegliato la mattina dopo, ho capito che lo amavo. Soffrite per il cinema! A volte ne vale la pena!”