© RIPRODUZIONE RISERVATA«È ancora molto presto per parlarne, sarebbe da pazzi discutere dei dettagli della trama di un film che non ha ancora neanche uno script. E non chiedetemi nulla sui primi sei film o su quei personaggi… quando mi viene offerto un lavoro lo approccio cercando di capire che cosa mi si chiede di fare. Come dev’essere il film? Cosa mi stanno chiedendo? Nel caso di Star Wars, bisogna ovviamente tenere in considerazione quel che è venuto prima, cosa funzionava e cosa no; è facile guardare indietro a quei film e dirsi: “Questo funziona, questo preferirei evitarlo”, ma è un approccio da esterno, e non voglio lavorare così. Per me il lavoro a un film parte con lo script, è da lì che si può cominciare a ragionare».
«Ovviamente all’inizio ero spaventato e riluttante ad accettare la sfida: è terrificante, vista dagli occhi di un fan, e nessuno è più fan di Star Wars di me. Ma ora preferisco godermi l’opportunità che mi è stata data e farmi aiutare dalle persone con cui sto lavorando. Con Michael Arndt, lo sceneggiatore, collaboro da un sacco di tempo. E anche con George (Lucas, ndr) sono in contatto da anni e ora è un amico. Sono fortunato a lavorare con queste persone, lo sarei anche se il progetto non fosse Star Wars».
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