«I film italiani sono brutti»: un volto noto del cinema si scaglia contro l’industria

Secondo questa tesi film come Oppenheimer, a differenza dei prodotti nostrani, invogliano il pubblico a tornare in sala per una seconda e terza visione

«I film italiani sono brutti»: un volto noto del cinema si scaglia contro l’industria

Secondo questa tesi film come Oppenheimer, a differenza dei prodotti nostrani, invogliano il pubblico a tornare in sala per una seconda e terza visione

cinema film

Il cinema italiano nelle ultime settimane sembra essere decisamente al centro delle polemiche. Dopo le controverse dichiarazioni di Pierfrancesco Favino rilasciate nella cornice della 80^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, sono arrivate quelle di un altro pezzo grosso del cinema nostrano.

Nel corso della conferenza stampa per la presentazione della seconda stagione di Vita da Carlo, l’attesa serie curata da Carlo Verdone, è stato il noto produttore Aurelio De Laurentiis a esprimersi sullo stato attuale dell’industria e non ha esitato a rilasciare parole al vetriolo:

«I film italiani sono molto brutti, e sono molto mal scritti. L’altra sera ho visto Oppenheimer con degli amici, tu dici “Chapeau”. Vabbè che Nolan è un grande regista, ma affrontare quel tema in quel modo lì. E tu per tre ore rimani incantato. Questo lo rivediamo tre volte, perché vederlo una volta sola non basta. […] Ditemi quale film italiano degli ultimi due o tre anni andate a vedere tre volte. Il problema è che c’è troppa poca umiltà. Durante la premiazione dei David ho sentito affermazioni così vecchie, così stantie come “il cinema non deve tener conto delle esigenze del pubblico”

De Laurentiis ha poi proseguito esprimendo la sua idea sulla linee guida che l’industria dovrebbe seguire, spiegando cosa dovrebbe essere modificato:

«Io nella mia vita di produttore mi sono occupato di 400 film, ma ho sempre avuto un grande rispetto per il pubblico, che mi ha guidato. Quante volte ho rinunciato a fare un film che mi piaceva perché dalle mie verifiche di marketing non avrebbe funzionato. Non si fanno film per piacere personale, il cinema è un ponte che devi creare verso il pubblico perché ha anche una funzione sociale, educativa e di formazione del gusto che è fondamentale. Poi abbiamo avuto la distorsione dei critici che bacchettavano ogni successo commerciale.»

Sulla questione è poi intervenuto anche lo stesso Carlo Verdone, il quale ha ripreso il discorso innescato da Favino sulla rappresentazione delle grandi personalità italiane sul grande schermo che spesso vengono interpretate da star americane:

«C’è qualche film italiano che tenta qualcosa in più ma è difficile. Interroghiamoci su questo senza farci troppe masturbazioni sul perché non si prendano attori italiani per interpretare nostre icone. Sono polemiche che lasciano il tempo che trovano. […] Hanno chiuso troppe sale. Dobbiamo riflettere su cosa manca al nostro cinema, se il pubblico vuole altri attori, più novità, che si azzardi di più

Cosa ne pensate della parole di Aurelio De Laurentiis? Fatecelo sapere nei commenti!

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Foto: Warner Bros. Pictures

Fonte: La Stampa

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