«A dire il vero, a un certo punto ho smesso di guardarli. Non ho mai visto Endgame. Non riesco a tenere traccia di chi è cosa. Ma probabilmente prima o poi dovrei farlo».
Nel corso dell’incontro Paltrow, presente in Arabia Saudita per la prima volta, come lei stessa ha precisato nel corso della conversazione ha parlato anche della madre, Blythe Danner, interprete vincitrice di 2 Primetime Emmy Awards e di un Tony Award: «Mia madre è un’attrice. Ha fatto principalmente teatro. E così sono cresciuta da bambina guardandola provare le recite e correre per il teatro. Mia madre direbbe addirittura che si è sempre sentita un po’ insicura. Quando era sul palco, era la forza della natura più potente e integrata che avessi mai visto. E quindi volevo essere quello».
Qualche parola anche su uno dei suoi ruoli più celebri, quello di Margot Tenenbaum ne I Tenenbaum di Wes Anderson: «Gli amici di mia figlia lo guardano e lo adorano. Sono passati tutti questi anni. È molto divertente». Come suoi personali mentori, Paltrow ha citato invece David Fincher e Paul Thomas Anderson, oltre allo stesso Wes Anderson e Anthony Minghella.
Riguardo la genesi del primo Iron Man, diretto da Jon Favreau e uscito nel 2008, oltre che in grado di rilanciare in grande stile la stella cadente di Robert Downey Jr. nei panni del playboy milirdario della Stark Industries, ha aggiunto: «Dissero sarebbe stato come fare un film indipendente, che ci saremmo divertiti e che non dovevo essere troppo coinvolta nell’azione. Quindi ho pensato, oh, okay. E ci siamo divertiti così tanto. Abbiamo improvvisato quasi ogni scena di quel film. Poi il film ebbe un così grande successo che non li realizzammo più così».
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Foto: Getty (Rick Bowmer-Pool/Getty Images)
Fonte: Variety
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