Il 75esimo Festival di Cannes si è concluso stasera con la cerimonia di chiusura che ha visto assegnare tutti i premi del ricco palmares: a trionfare è stato Triangle of Sadness di Ruben Östlund, regista svedese che bissa così la Palma d’oro conquistata nel 2017 per The Square ed entra nel ristretto club di cineasti insigniti per ben due volte sulla Croisette del prestigioso riconoscimento (tra cui i fratelli Dardenne, Ken Loach, Francis Ford Coppola). Il film è un’esplosiva e paradossale satira politica e sociale dai toni apocalittici, ambientata in gran parte su uno yacht e piena di trovate caustiche e invenzioni beffarde a ripetizione. I protagonisti sono una coppia di influencer che si ritrovano catapultati in una crociera per ricchi dagli esiti catastrofici (QUI la nostra video recensione).
Sono abbondati gli ex aequo tra i vincitori di quest’anno, con il Grand Prix, secondo premio per importanza dopo la Palma, che è andato a Close del belga Lukas Dhont e a Stars at Noon della regista francese Claire Denis. Il primo è il racconto dell’intensa amicizia tra due ragazzi di tredici anni, Léo e Rémi, bruscamente interrotta, mentre il film con Margaret Qualley ha per protagonista una giornalista americana di nome Tish, che rimasta bloccata in Nicaragua in un clima di forte tensione entra in contatto con un uomo d’affari britannico, col quale instaura una focosa e turbolenta passione fino a fuggire insieme a lui in Costarica.
Miglior attore si è laureato la star internazionale di Parasite Song Kang-ho, interprete sudcoreano protagonista di Broker del maestro giapponese Hirokazu Kore-eda, tenero road movie girato in Corea del Sud in cui il cineasta torna sul tema a lui caro della famiglia attraverso il fenomeno dei baby box usati dai genitori per abbandonare i bambini, e c’è gloria anche per l’Italia con il premio della giuria a Le otto montagne dei registi belgi Felix van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, che firmano l’adattamento del romanzo di Paolo Cognetti con Luca Marinelli e Alessandro Borghi. Un riconoscimento, quest’ultimo, anch’esso in co-abitazione, nella fattispecie con EO del cineasta polacco Jerzy Skolimowski, altra co-produzione italiana: sul palco il regista ha ringraziato tutti gli asini che gli hanno permesso di realizzare il film, tra cui gli italiani Ettore e Marietta, chiamandoli tutti per nome e chiudendo il discorso salutando proprio col verso dell’asino).
Miglior attrice è l’iraniana Zahra Amir Ebrahimi, protagonista del film Holy Spider, dove interpreta una vigorosa giornalista che indaga per stanare un serial killer di prostitute, mentre il miglior regista è il regista sudcoreano Park Chan-wook per Decision to Leave, thriller su un detective che si innamora di una donna sulla quale indaga e che è sospettata di omicidio. La miglior sceneggiatura è andata poi al regista svedese di origini egiziane Tarik Saleh per Boy from Heaven, storia della morte del grande imam del Cairo, evento che dà vita a una spietata lotta di successione. Ai soliti fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne, autori belgi habitué dei palmarès di Cannes, è stato tributato infine un premio speciale del 75esimo anniversario per il loro Tori e Lokita, con protagonisti due giovani dell’Africa subsahariana che hanno viaggiato fino in Belgio per cercare una vita migliore ma si ritrovano a far fronte a mille difficoltà per provare a restare a galla.
Di seguito l’elenco completo riassuntivo di tutti i vincitori di Cannes 75, mentre in calce all’articolo trovate tutte la photogallery dei premiati con tutti gli scatti più belli e significativi della serata finale del festival.
Palma d’oro
- Triangle of Sadness di Ruben Östlund (Svezia, Germania, Francia)
- Close di Lukas Dhont (Belgio, Francia, Paesi Bassi)
- Stars at Noon di Claire Denis (Francia)
- Park Chan-Wook per Decision to Leave (Corea del Sud)
- Boy from Heaven di Tarik Saleh (Svezia, Francia, Finlandia, Danimarca)
- Zar Amir Ebrahimi per Holy Spider di Ali Abbasi (Danimarca, Germania, Svezia, Francia)
- Song Kang-ho per Broker di Hirokazu Kore-eda (Corea del Sud)
- Le otto montagne, regia di Felix van Groeningen e Charlotte Vandermeersch (Italia, Belgio, Francia)
- EO, regia di Jerzy Skolimowski (Polonia, Italia)
- War Pony di Gina Gammell, Riley Keough (Stati Uniti)
- Tori e Lokita di Jean-Pierre e Luc Dardenne (Francia, Belgio)
Foto di copertina: Getty (Pascal Le Segretain/Getty Images)
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