La 74esima edizione del Festival di Cannes, probabilmente la più attesa (e rimandata) di sempre, apre nel segno di Spike Lee: al regista americano è dedicato il poster ufficiale di quest’anno e sarà proprio lui a presiedere la giuria che assegnerà la prossima Palma d’oro. Lee è il primo presidente di giuria nero a Cannes, nei quasi ottant’anni di storia del festival.
Lee, il cui esordio Lola Darling debuttò proprio a Cannes nel 1986, ha tenuto a battesimo oggi pomeriggio la conferenza stampa d’apertura del festival, quella dedicata proprio ai giurati, volgendo indietro il nastro dei ricordi e parlando di basket, una delle sue più grandi e accese passioni. «Una delle mie Cannes più memorabili non ebbe nulla a che fare con il cinema. Erano negli anni ’90, quando i New York Knicks avevano una buona squadra. Eravamo in finale NBA. Sono volato da Nizza a New York per una partita e sono tornato. I Knicks hanno perso quella partita».
Chaz Ebert ha posto la prima domanda della stampa presente, ricordando come il suo defunto marito, il grande critico Roger Ebert, fosse furioso per il fatto che Fa’ la cosa giusta di Lee non avesse vinto la Palma nel 1989, quando Lee tornò in Concorso appena tre anni dopo il suo esordio sulla Croisette. «Voglio che tu sappia che ho un posto molto speciale nel mio cuore per Roger, e tu lo sai», ha detto Lee. «Non fu una posizione popolare quella che prese sul film. Molte persone, specialmente la stampa americana, pensavano avesse detto che il film avrebbe dato il via alle rivolte razziali in tutta l’America».
«Un paio di settimane fa è stato il 32° anniversario del film», ha continuato Lee, facendo riferimento al personaggio nero ucciso per mano degli agenti di polizia proprio in Fa’ la cosa giusta. «L’ho scritto nel 1988. Oggi vedi il fratello Eric Garner, vedi il re George Floyd assassinato, e pensi e speri che 30 fottuti anni dopo, i neri smetteranno di essere braccati come animali. Sono contento di essere qui, però». Una dichiarazione che ha fatto scattare l’applauso della stampa presente.
La presenza di Netflix, com’è noto, rappresenta tutt’ora un nodo per Cannes e negli anni passati si è arrivati allo scontro frontale. Dal 2018 il festival non ha consentito al servizio di streaming di partecipare alla competizione ufficiale, richiedendo fermamente che i loro film avessero una data d’uscita prevista nelle sale francesi proprio come tutti gli altri titoli ospitati a Cannes.
In risposta a chi gli chiedeva del ruolo che occupa oggi Netflix nello scacchiere cinematografico globale, Lee ha difeso la piattaforma, sulla quale è uscito il suo ultimo film, Da 5 Bloods, che avrebbe dovuto figurare a Cannes l’anno scorso. «Le piattaforme cinematografiche e i luoghi di proiezione possono coesistere», ha affermato Lee. «Un tempo si pensava che la TV avrebbe ucciso il cinema. Questa roba non è nuova. È tutto un ciclo. Ed è ben documentato che Lola Darling, quando ha fatto la sua apparizione ai festival cinematografici, è stato un trampolino di lancio per la mia carriera».
La giuria nella sua interezza è composta da Mati Diop, Mylène Farmer, Maggie Gyllenhaal, Jessica Hausner, Mélanie Laurent, Kleber Mendonça Filho, Tahar Rahim e Song Kang-ho. «Penso che una giuria con una maggioranza di donne possa rispondere in modo diverso ai film», ha detto Gyllenhaal. «Certamente penso che facciamo film diversi. Sono così curioso di vedere cosa succede con questa nuova formulazione».
«La presenza femminile in giuria rispecchia che la nostra società è pronta per un certo cambiamento, che sarebbe dovuto avvenire prima», ha aggiunto Hausner. «Ci vuole molto tempo per cambiare le immagini che abbiamo l’uno nella testa dell’altro». «Vorrei sentire anche gli uomini», ha osservato Diop alla domanda posta dalla stampa solo alle giurate donne. «Forse un giorno non dovremo più dire “donna regista”. La giuria e il comitato di selezione dovrebbero essere il più equilibrati possibile».
I giurati hanno sottolineato la loro sorpresa e gioia nel poter partecipare a un’edizione fisica di Cannes, nonostante la pandemia in corso. La star di Parasite Song Kang-ho ha detto che è «un miracolo che siamo tutti qui insieme», mentre il regista brasiliano Kleber Mendonça Filho ha aggiunto: «Stasera è la mia prima volta in un cinema in 15 mesi – grazie Thiérry [Fremaux]».
La conferenza stampa di oggi rappresenta, come da tradizione, l’ultima occasione per la stampa di parlare con la giuria prima del “conclave” di 11 giorni fatto di proiezioni e discussioni interne, durante il quale sarà consentito loro pochissimo contatto con il mondo esterno. Il festival partirà stasera con il film d’apertura, il musical Annette di Leos Carax, con protagonisti Adam Driver e Marion Cotillard.
Foto: Getty (Stephane Cardinale – Corbis/Corbis via Getty Images)
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