«È un orrendo mostro di Frankenstein»: la figlia di Robin Williams difende il padre dall’uso delle AI

Le nuove tecnologie e le loro applicazioni più controverse vogliono arrivare anche al compianto attore, ma la figlia Zelda non ci sta

«È un orrendo mostro di Frankenstein»: la figlia di Robin Williams difende il padre dall’uso delle AI

Le nuove tecnologie e le loro applicazioni più controverse vogliono arrivare anche al compianto attore, ma la figlia Zelda non ci sta

robin williams

Sono passati quasi dieci anni dalla morte di Robin Williams, ma la sua fama lo rende ancora uno degli intoccabili del mondo del cinema. Tanto che per molti è pura eresia pensare di rifare alcuni dei suoi più celebri film, ma le nuove tecnologie sembrano volersi spingere addirittura oltre. Il tema delle intelligenze artificiali è più che mai d’attualità e riguarda persino gli artisti scomparsi, ma questa volta la figlia dell’attore non ci sta.

Zelda Williams, figlia del compianto Robin e chiamata così proprio in onore della saga di videogiochi così amata dal padre, ha detto la sua tramite Instagram. L’attrice fa parte del sindacato SAG-AFTRA e, come migliaia di colleghi, è ancora attualmente in sciopero – mentre è terminato nei giorni scorsi quello degli sceneggiatori della WGA. Tra i punti principali della protesta, c’è proprio la limitazione dell’uso delle AI nel mondo del cinema e della televisione. Un aspetto che conosce molto da vicino lei stessa.

«Da anni sono testimone di come molte persone vogliano addestrare questi modelli per creare o ricreare attori che non possono prestare il loro consenso, come mio padre» ha scritto Zelda, che sottolinea come tutto questo non sia più solo teoretico ma molto, troppo reale. «Ho già sentito di AI usate per far dire alla sua voce qualsiasi cosa le persone vogliano e non solo lo trovo personalmente molto disturbante, ma le ramificazioni vanno ben oltre i miei sentimenti personali» ha aggiunto.

Come fatto di recente da altri illustri colleghi, anche la figlia di Robin Williams punta il dito contro questo tipo di tecnologia per difendere la propria categoria e attori che «meritano di poter creare personaggi frutto delle loro scelte, di doppiare cartoni, di mettere i loro sforzi umani e il loro tempo nella ricerca della migliore performance». Il risultato di questo controverso uso delle AI, per lei, è «nel migliore dei casi un povero facsimile di grandi persone, ma nel peggiore un orrendo mostro di Frankenstein, rattoppato con i peggiori pezzi di tutto quello che questa industria è, invece di ciò per cui dovrebbe lottare».

La questione della voce di Robin Williams, tra l’altro, è tornata centrale in questi giorni per via del corto Once Upon a Studio con cui la Disney vuole celebrare i propri 100 anni di vita. All’interno, è stato annunciato, si sentiranno anche battute e dialoghi mai sentiti prima di Robin Williams nei panni del Genio di Aladdin. In questo caso, però, si tratta proprio di materiale inedito usato con il consenso degli eredi, come ha tenuto a sottolineare l’attore Josh Gad, dopo le polemiche emerse proprio per l’uso della voce dell’attore scomparso.

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Foto: Peter Kramer/Getty Images

Fonte: Instagram

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